Aprilia RSV4 2019

La mia prima volta ad Imola con l'Aprilia RSV4 MY 2019

di Francesco Irace
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IMOLA – Ci si può divertire con una superbike da quasi 220 CV, pur non essendo un pilota, su una pista tutt'altro che semplice come Imola? La risposta è si, ma va spiegata bene. Qualche settimana fa ho avuto la possibilità di partecipare a una delle tappe degli Aprilia Racer Days, appuntamenti che il marchio di Noale ha creato (e si lavora già per il 2020) per permettere a clienti, concessionarie e appassionati di provare in alcuni dei circuiti più prestigiosi d'Italia le Aprilia RSV4 1100 Factory e Tuono 1100 Factory, che per il prossimo anno sono state ulteriormente rinnovate. 

Non era la prima volta che guidavo la RSV4, ma erano almeno un paio di anni che non giravo su una pista "vera" e a Imola non avevo mai messo piede. Parliamo di uno dei circuiti più belli d'Europa, ma anche tra i più complicati, a causa dei tanti saliscendi e dei curvoni "cechi". Insomma, quando ho indossato la tuta e ho fatto una breve passeggiata nella pitlane ho capito subito che per me si prospettava una giornata intensa, adrenalinica, ma non certo semplice. E tutto sommato, a posteriori, vi dico che probabilmente sono stato anche troppo pessimista, perché è andata meglio del previsto.

Ho preso prima la Tuono 1100 Factory per togliere la ruggine e per cercare di capire più in fretta possibile le linee di un circuito lunghissimo, ma spettacolare. Tra le due è di sicuro quella più facile e gestibile, almeno per iniziare. È una maxi-naked di quelle che "ad ogni apertura del gas regala delle fucilate". Eroga 175 CV e vanta un pacchetto elettronico estremamente evoluto che permette a tutti di poter "gestire" con "facilità" tanta potenza. Cerco di imparare in fretta la pista, la moto è divertente (la conoscevo già) ed è anche a suo agio tra i cordoli. Rapida nei cambi di direzione, comoda nella posizione di guida e molto efficace in piega e in frenata. Peccato che freno sempre molto prima di quanto potrei fare, ma d'altronde prima di prendere i riferimenti, soprattutto se non sei un pilota, ci metti un po' di tempo. 

Imola è un luna park per adulti, e io e la Tuono ci diamo subito "del tu". Monta le nuove sospensioni elettroniche che adattano l'assetto alla circostanza di guida in tempo reale. La trovo perfetta. Qui ho tutto lo spazio per sfruttare la sua cavalleria e anche quando s'impenna c'è l'elettronica che gestisce tutto. Che figata: quando acceleri con l'anteriore che galleggia tocchi il cielo con un dito, se sei un appassionato. Giro dopo giro inizio a divertirmi, a superare "la paura" e a memorizzare anche le curve completamente cieche. Piego sempre di più e sfrutto tutto il motore, assistito da un perfetto cambio elettronico. Sento che è arrivato il momento di provare la RSV4, che già nel giro di entrata mi fa subito capire chi è che comanda: lei. 

No, dai, non è proprio così. 217 CV sono una potenza enorme per chi non è abituato a queste velocità. Ma la tecnologia presente, la piattaforma inerziale e il pacchetto APRC in fondo mi aiutano e mi permettono di conttollare tutto senza troppo sforzo. Posso spalancare il gas e affidare la parte difficile al controllo della trazione e al sistema anti-impennata. Insomma, devo solo pensare a fare le giuste traiettorie – che il buon Lorenzo Savadori mi ha anche mostrato durante una sessione – e a non finire per terra. Turno dopo turno prendo sempre più confidenza con la moto, che non è rigidissima quindi mi perdona anche qualche errore. Alla spinta del quattro cilindri, invece, no, non mi abituo mai: è paurosa. 

Passa il tempo e sento che iniziano a cambiare le cose: non è più lei che comanda, ma sono io a "guidare". Setto il Traction Control a 1 e l'anti-impennata a 1 – mi sto gasando, insomma – e sono a mio agio, nonostante le continue fucilate. La RSV4 è sensibilissima, avverte ogni mio piccolo movimento, e fa esattamente quello che le dico di fare (che poi non è detto sia la cosa giusta...). Frena fortissimo, è stabile e precisa, e anche rapida nei cambi di direzione (variante alta e variante bassa). Mi diverto sempre di più e alzo continuamente il mio ritmo, ma resto comunque lento in molti punti della pista. Parliamoci chiaro: andare forte è un altro mestiere e lascio farlo ai piloti, a me interessa provare la moto, migliorando giro dopo giro. E ci sono riuscito. Non so come ho girato dal punto di vista del cronometro, non ho mai preso il tempo e dopo me ne sono pentito: è vero, avrebbe avuto poco senso essendo la prima volta a Imola, ma mi avrebbe consentito indubbiamente di verificare analiticamente l'incremento delle mie performance. Pazienza, sbagliando s'impara.
A fine giornata sono esausto, ma soddisfatto. Quasi orgoglioso di me stesso. Ho guidato due moto molto potenti, e me la sono goduta. E per chiudere il discorso, tornando alla domanda iniziale dell'articolo, oggi anche chi non fa il pilota può divertirsi con dei bolidi come quelli che ho provato, perché la tecnologia "mette una pezza" laddove il pilota non riesce ad arrivare (per inesperienza o mancanza di talento). E la RSV4 mi ha lasciato proprio questa sensazione: se sei un pilota, la sfrutti al 100% e vai fortissimo – ci fai anche i mondiali SBK, come ha fatto Lorenzo Savadori –, ma se sei un amatore vai decisamente più piano ma torni comunque ai box con il sorriso e la voglia di tornare subito in pista. E in fondo è questo quello che conta no? 

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Giovedì 14 Novembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 17-11-2019 16:38 | © RIPRODUZIONE RISERVATA