Jeep Gladiator Overland

Jeep Gladiator Overland, quando la forza estrema si trasforma in bellezza. Gigante da 5,6 metri, facile da guidare ed economico da gestire

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Guidare il pick-up Jeep Gladiator in una qualsiasi area urbana dello Stivale (è lungo 5,59 metri e pesa oltre 2.400 kg) è un pò come entrare con un elefante in un supermercato o nel classico negozio di cristalleria: richiede molta attenzione, sicuramente attira gli sguardi ma non è detto che non sia divertente. Non appena il fantastico sistema di sorveglianza della zona attorno al veicolo avverte che la situazione è sotto controllo e che la strada (o il viottolo di campagna) non presentano ostacoli, allora Jeep Gladiator può mostrare tutta la sua unicità, la sua forza e - esattamente come avviene quando proporzioni e muscolatura sono perfettamente equilibrate - la sua bellezza. Eh sì, perché dopo l’iniziale preoccupazione di realizzare uno dei test della nostra serie Provate da Ansa Motori con un mezzo fuori norma e (erroneamente) fuori dalle possibilità dei normali utenti cittadini, ci si accorge che muoversi con il primo pick-up della storia moderna di Jeep non è solo una esperienza da non dimenticare, ma è anche molto bello.

Guidare Gladiator è, se vogliamo, un ritorno a quel passato in cui ruote, sospensioni, grinta e rombo del motore, reazioni dello sterzo erano elementi identicamente dotati di propria personalità, obbligando quindi a ricreare quel rapporto tra uomo e mezzo meccanico che i suv dotati di 1000 Adas e di propulsione elettrificata non si sognano nemmeno di richiedere. Jeep Gladiator - a patto di poter spendere 58.434 euro più Iva e altre imposte, che sono il ticket di accesso al modello Overland oggetto del nostro test - è un veicolo da ‘conquistarè anche da fermo, visto che per mettersi al volante occorre salire sul predellino e tirarsi a bordo con l’aiuto di un grande maniglione. Una volta a bordo, e ritrovata senza difficoltà (ad esclusione forse dei comandi degli alzacristalli elettrici) la stessa funzionalità in perfetto stile off-road della Jeep Wrangler, Gladiator comporta un minimo di assuefazione non tanto per le manovre su strada aperta ma nel ‘rapportò con gli altri veicoli e alcune infrastrutture o arredi urbani. La cosa non è impegnativa più di tanto, sia per i sensori e le telecamere di controllo, sia per l’inaspettata maneggevolezza dello sterzo e la perfetta risposta dei freni, anche a bassa velocità. Ricordiamo che Gladiator utilizza un nuovo telaio in acciaio altoresistenziale più lungo di 78 cm più lungo di quello di una Wrangler a 5 porte, e propone un passo allungato di 48 cm.

Quest’ultima caratteristica, unita al posizionamento del cassone in posizione arretrata rispetto all’assale posteriore, consente una migliore distribuzione del peso e una guida più fluida anche con carico a bordo. Si viaggia, come in tutti i pick-up doppia cabina, con un tradizionale cassone in acciaio alle spalle, ideale per trasportare ogni genere di attrezzatura sportiva o di carico. Quando è presente il telo di chiusura, i bagagli sono perfettamente protetti dalle intemperie. Il portellone a ‘librò è invece in alluminio ed ammortizzato, permettendo un facile accesso in questa zona ad alta fruibilità. Quasi inutile esaltare le prerogative del sistema di trazione 4x4 Command-Trac che prevede una scatola di rinvio a due velocità (con rapporto delle marce ridotte pari a 2,72:1) e si avvale di assali anteriore e posteriore Dana 44 heavy-duty di terza generazione con rapporto posteriore al ponte pari a 3,73. Il sistema prevede le quattro modalità di guida 2H (High - a due ruote motrici); 4H Auto (High - a quattro ruote motrici Full-Time Active On-Demand); 4H Part-Time (High - a quattro ruote motrici Part-Time) e 4L (a quattro ruote motrici con marce ridotte). Il risultato è una capacità di andare praticamente dovunque con la sola limitazione dell’ingombro della carrozzeria - visto che i nostri Appennini non sono le praterie del Nevada - e della massa complessiva, un dato questo di cui tener conto passando su ponti o terrazzamenti.

La ‘forzà della tipica carrozzeria Jeep - che come nella Wrangler permette di essere smontata, eliminando anche il tetto e le porte - è perfettamente assecondata dal carattere del motore 3.0 MultiJet II V6 da 264 Cv e 600 Nm di coppia, uno dei migliori turbodiesel oggi sul mercato. Dotato di serie del sistema ESS Engine Stop-Start) è abbinato a un cambio automatico a 8 marce, progettato specificamente per la gestione della maggiore coppia erogata e per ottimizzare la potenza del motore sui percorsi off-road, mantenendo comunque un’erogazione fluida ed efficiente alle velocità autostradali. Lo spunto, grazie ai 600 Nm, è notevole già a bassi regimi, e questa vivacità dinamica suggerisce però di fare attenzione quando ci si muove nel traffico perché l’accelerazione può essere migliore (e di parecchio) rispetto a molte altre auto, ma occorre poi tener conto anche degli inevitabili rallentamenti. Il consumo è evidentemente influenzato dallo stile di guida, ma con il piede leggero e il cassone vuoto non si discosta da 9,5-10 litri per 100 km.

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Lunedì 9 Maggio 2022 - Ultimo aggiornamento: 19-05-2022 20:00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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