André Lotterer mentre entra nella Porsche di Formula E

Porsche, Lotterer e Jani un mix perfetto di esperienza grinta e velocità

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ROMA - Neel Jani e André Lotterer, non potevano essere che due come loro a comporre la coppia di piloti scelti da Porsche per la sua prima stagione di Formula E. Se non altro, perché parliamo del costruttore che, con 19 trionfi, ha vinto la 24 Ore di Le Mans più di chiunque altro, e di due piloti che quella corsa la conoscono come i palmi delle loro mani e l’hanno fatta loro. Jani ci è riuscito nel 2016, quando la Toyota di Nakajima si fermò a 3 minuti dalla fine.
Un colpo di fortuna, direbbe qualcuno, ma la corsa francese deve il suo fascino anche ad episodi come questo.

Lo svizzero quella vittoria l’ha conquistata con altri due assi come Romain Dumas (vincitore anche nel 2010 e 4 volte alla Pikes Peak) e Marc Lieb (3 volte già primo nelle GT) riscuotendo un credito morale contratto essendo il primo pilota al quale Porsche aveva affidato lo sviluppo della 919 Hybrid. Per non offendere la buona sorte, a Weissach – dove si trovano il centro ricerca sviluppo, la Porsche Motorsport e la pista di collaudo in unico complesso – hanno deciso di fare altrettanto anche per il programma di Formula E e hanno scelto Jani come loro primo pilota annunciando il suo nome già a metà dello scorso dicembre, 9 mesi dopo che il pilota di Rorschach con un 1’41”770 aveva stracciato il record assoluto della pista di Spa-Francorchamps a bordo della 919 Evo, ovvero la macchina che aveva dominato Le Mans e il WEC nel triennio 2015-2017, ma finalmente libera di sprigionare i suoi oltre 1.100 cv senza i vincoli regolamentari che ne limitavano le prestazioni per motivi di consumo.
Jani ha corso in precedenza solo due round in Formula E nel corso della stagione 4 (2017-2018), quelle inaugurali ad Hong Kong, al volante della Geox Dragon. E non fece un’ottima figura, ma le monoposto elettriche sono auto da corsa assai difficili.

Ne sa qualcosa André Lotterer, uno che con l’Audi a Le Mans ha vinto 3 volte (2011, 2012 e 2014) ed è stato due volte iridato nel WEC adattandosi prima al diesel e poi all’ibrido, ma in due stagioni di Formula E è riuscito ad ottenere solo una pole position e due ottavi posti nella classifica finale. Il pilota con doppio passaporto – è nato a Duisburg ed è tedesco per parte di padre e belga per parte di madre – ha già guidato una Porsche, nella stagione 2017 nel WEC e, insieme a Earl Bamber, condivideva il volante proprio con Neel Jani.
I due inoltre sono stati compagni di squadra nella Rebellion nella superstagione 2018-2019, quindi si conoscono bene e, carte alla mano, formano la coppia più matura e titolata di tutta la stagione 6 di Formula E. Entrambi sono evidentemente molto motivati, pur se per ragioni differenti, e hanno lasciato qualsiasi altro impegno tecnico e sportivo per concentrarsi sulle monoposto elettriche. Lo svizzero vuole continuare la tradizione positiva al volante delle auto della Cavallina, mettere a frutto tutto il lavoro di sviluppo portato avanti durante l’inverno e magari sottrarsi alla maledizione dei rookie in Formula E, la stessa della quale anche Lotterer è stato vittima.
Dal canto suo, il buon André ha una voglia matta di dimostrare che, dopo due stagioni non facili, può lottare per la vittoria, finalmente senza l’ombra di uno come Jean-Éric Vergne che, con la sua stessa macchina, è riuscito invece a fare suoi due titoli di fila.

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Giovedì 21 Novembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 13:37 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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