Takahiro Hachigo Presidente e Ceo di Honda Motor Company

Takahiro Hachigo (Presidente e Ceo Honda Motor): «L’auto avrà un futuro a idrogeno»

di Nicola Desiderio
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FRANCOFORTE - Elettrico, idrogeno, ma soprattutto ibrido e plug-in. È questo il pensiero di Takahiro Hachigo, presidente e ceo di Honda Motor Company, il più grande costruttore di motori al mondo che conta di elettrificare anche le moto e di continuare a fronteggiare da solo tutte le sfide del futuro, compresa la guida autonoma e la F1 dove le cose non stanno andando affatto bene.
 

 

Siete il leader mondiali dei propulsori a combustione interna, ma si va verso l’elettrico. Come intendete cambiare la vostra strategia?
«L’elettrificazione sta accelerando e abbiamo fissato il nostri nuovi obiettivi: due terzi delle nostre vendite globali sarà elettrificato entro il 2030. Di questo 65%, il 50% sarà ibrido o ibrido plug-in e il restante 15% sarà a zero emissioni, ovvero elettrico puro e a idrogeno. Penso comunque che per il 2030 l’85% delle automobili avrà ancora un qualche motore a combustione interna, dunque vediamo ancora come necessari questi propulsori ai quali però aggiungere quelli a batterie per assecondare la domanda di elettrificazione con ibrido e ibrido plug-in».

Continuerete a fare tutto da soli anche con i motori elettrici, così come fate da sempre con motori a pistoni e i cambi? In altre parole: volete essere leader mondiali anche per i motori elettrici?
«Per gli ibridi, le elettriche e le fuel cell che fabbrichiamo negli Stati Uniti stiamo sviluppando i motori elettrici internamente. Al proposito, quest’anno abbiamo creato una joint-venture con una sussidiaria della Hitachi che si chiama Hitachi Automotive e con la quale abbiamo deciso di sviluppare e produrre motori elettrici».

La CR-V non avrà più il diesel, ma il motore a gasolio lo state per lanciare di nuovo sulla Civic. Che ruolo avrà nella vostra strategia futura?
«Pensiamo di continuare con il diesel in Europa sulla Civic e sulla HR-V, ma ne prevediamo il graduale declino anche in Europa. Non abbiamo preso alcuna decisione sulla dismissione definitiva dei motori a gasolio: dipenderà dal ciclo di vita di ogni singolo prodotto e dalla situazione del mercato».

Siete tra i costruttori che considerano due opzioni per le emissioni zero: l’elettrico puro e l’idrogeno. Qual è il ragionevole equilibrio tra queste due tecnologie in futuro?
«Secondo noi, i veicoli ad idrogeno sono la soluzione finale per la mobilità sostenibile. Stiamo inoltre assistendo allo sviluppo di tecnologie che consentono di ricavare idrogeno senza produrre anidride carbonica. Se davvero progrediranno e la rete di distribuzione continuerà ad espandersi, l’idrogeno promette davvero bene per il futuro, soprattutto per la sua praticità. Noi promuoviamo la mobilità a idrogeno e continueremo a svilupparla, purtroppo però la sua diffusione sarà fortemente influenzata dallo sviluppo delle infrastrutture. D’altra parte, anche le auto elettriche sono molto promettenti dal momento che le batterie continuano a migliorare le proprie prestazioni. Se potremo assicurare un’autonomia tra 200 e 400 km, ci sarà un futuro di successo anche per loro».

Quando Mary Barra annunciò la vendita di Opel, disse che la casa tedesca avrebbe potuto continuare ad accedere alla tecnologia di GM per l’idrogeno. E voi siete partner di GM per le fuel cell. Questo vuol dire che avrete in qualche modo PSA come alleato?
«Abbiamo una joint-venture con GM per sviluppare e costruire celle a combustibile. Non posso commentare azioni che hanno portato alla dismissione di aziende altrui, ma posso dire sicuramente che sono benvenute azioni che possono espandere il potenziale delle fuel cell in futuro. Questo significherebbe avere più persone e aziende che promuovono tale tecnologia».
 

 

Parlando di collaborazioni e alleanze, Nissan ha conquistato Mitsubishi e Toyota ha stretto rapporti strategici con Isuzu, Subaru e, ultimamente, anche con Mazda. Honda è una casa da 5-6 milioni di unità, a metà strada tra i volumi di un premium brand e tra i costruttori generalisti come Volkswagen e Toyota che viaggiano a doppia cifra. Avete intenzione di unire le vostre forze con qualcun altro?
«Non abbiamo alcun piano per stringere alleanze di capitale o attraverso l’ingresso nei consigli di amministrazione di altri costruttori. Quello che pensiamo di fare è stringere collaborazioni, alleanze tecnologiche o sui componenti con altre compagnie, ma senza agire sul controllo azionario e gestionale di altri soggetti, siano essi costruttori o fornitori. Noi produciamo 5 milioni di unità all’anno e rafforzarci rappresenta sicuramente una delle principali sfide. Come ho detto prima, stiamo sviluppando i motori elettrici con Hitachi e le fuel cell con GM. In termini di volumi poi, siamo attivi non solo nel campo dell’automobile, ma anche in altri campi: vendiamo 17 milioni di motocicli all’anno e 6 milioni di power product. In tutto, produciamo 28 milioni di motori all’anno: questa è la nostra forza che non ha confronto nel resto dell’industria mondiale e ci piacerebbe concentrarci su questo vantaggio competitivo anche in futuro».

Come ha detto, non fate solo automobili, ma anche motocicli, utensili vari e persino motori per barca. Come vedete la loro elettrificazione?
«Nel prossimo futuro, penso che nel segmento dei mezzi per i pendolari, in regioni come l’Asia, introdurremo mezzi elettrificati. Stiamo poi portando avanti attività programmi ricerca e sviluppo nel campo delle auto sportive come la NSX ibrida e delle moto, in particolare per le superbike elettriche, ma una moto per essere davvero sportiva ha bisogno di ben altro. Ad ogni modo, per l’elettrificazione delle due ruote, cominceremo dal basso per poi estenderla al resto della gamma».

Parliamo di guida autonoma. Quando vedremo Honda di livello 3 o 4 su strada?
«Il nostro obiettivo è portare la guida autonoma in autostrada di livello 3 entro il 2020. Quanto al livello 4, dobbiamo considerare tutti i requisiti legali e legislativi di ogni paese e contiamo di arrivarci entro il 2025, ma sempre con la presenza del guidatore a bordo. Vogliamo comunque far evolvere le nostre tecnologie per ridurre a zero gli incidenti».

Pensa che la guida autonoma sia un obiettivo raggiungibile anche per le moto?
«Credo di sì. Io sono un motociclista e penso che sarebbe interessante per me guidare una moto che mi evitasse di cadere. Allo stesso tempo, credo che, per le auto così come per le moto, sarebbe importante viaggiare su un mezzo capace di guidare da solo preservando la mia sicurezza, ma che fosse anche in grado di lasciare al guidatore lo spazio per prenderne il controllo».

L’intelligenza artificiale è strettamente collegata alla guida autonoma dove siete impegnati da tempo. Pensate che le tecnologie sviluppate con Asimo e la robotica possano diventare per voi un’opportunità di business per migliorare la qualità e il benessere delle persone?
«Grazie ad Asimo, abbiamo sviluppato un dispositivo di assistenza per persone che hanno difficoltà di deambulazione che si chiama Walking Assist. E questo è solo un esempio. Noi vorremmo sviluppare una linea di prodotti che diventino davvero parte della vita delle persone e contribuiscano al loro benessere. Per questo, per sfruttare tutte le nostre ricerche in materia di robotica e intelligenza artificiale, abbiamo stabilito un nuovo centro di ricerca e sviluppo».

Honda è un costruttore di grande fama nel campo del motorismo sportivo, ma l’attuale programma per la F1 non è un successo.
«Al momento abbiamo trattative in corso con varie scuderie e sono spiacente, ma non sono nella posizione di dirle quali sviluppi avrà il nostro programma di motorsport. Spero comunque che le cose per noi migliorino e possiamo portare avanti il nostro programma di F1 secondo i nostri obiettivi. In ogni caso, metteremo in campo tutti gli sforzi per andare incontro alle aspettative di chi ci segue e di tutto il pubblico».
 

 

 

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Lunedì 18 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 20-09-2017 12:37 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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