Un padiglione del salone di Ginevra 2018

Sicuri & Connessi. Un percorso virtuoso che va accompagnato e non ostacolato

di Giorgio Ursicino
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GINEVRA - Se ci sono dei bravi ragazzi sono quelli del mondo dell’auto. Certo, anche nel recente passato, qualche errorino l’anno pur fatto, sono stati (chi più chi meno) un po’ approssimativi sulle emissioni e, in alcune circostanze, hanno evitato di spingere sulla concorrenza, privilegiando il business a scapito del portafoglio dei consumatori. Peccati tutto sommato veniali in confronto al grande lavoro fatto negli ultimi decenni per migliorare lo scenario della mobilità e preparare la rivoluzione futura. I costruttori dei vari Continenti, spesso e volentieri, hanno anticipato le legislazioni proponendo soluzioni e innovazioni che hanno migliorato in modo incredibile la sicurezza e il rispetto ambientale.
 

 

Due nervi scoperti, due temi sensibili da quando l’auto è stata inventata oltre un secolo fa. Argomenti che spesso hanno rischiato di mettere in discussione l’auto stessa nonostante i grandi vantaggi che garantisce in termini di libertà individuale, di servizio nello spostamento di persone e cose, nell’occupazione e, addirittura, nell’economia del pianeta. Sia come sia, come non riconoscere gli enormi progressi fatti. I passi avanti (e i relativi investimenti necessari) in questo settore sono così consistenti che diventa quasi impossibile paragonare le vetture da una generazione all’altra, a prescindere da quale sia il segmento di appartenenza. Una citycar attuale può essere più comoda, tecnologica e performante di una supercar di poco tempo fa. L’innovazione ha avuto riflessi enormi sull’evoluzione del pianeta e sulla vita delle persone.

Un veicolo attuale inquina cento volte in meno rispetto a quelli della fine dello scorso millennio e garantisce livelli di protezione attiva e passiva nemmeno paragonabili. Nonostante la maggior parte degli incidenti sia causato dall’errato comportamento umano, le vittime sulle strade nei paesi più avanzati sono drasticamente diminuite, questo poiché l’approccio di chi guida è rimasto più o meno simile e anche le infrastrutture non siano poi così tanto cambiate. Ma i costruttori non si accontentano e vogliono andare oltre per cercare di ridurre ancora il più di un milione di vite spezzate ogni anno sulle strade del mondo. Stanno mettendo in campo con sempre maggior convinzione dispositivi che assistono i guidatori e, in alcuni casi, si sostituiscono a loro quando sono distratti o irresponsabili. Di pari passo prosegue l’evoluzione dei motori termici che equipaggiano il quasi miliardo di veicoli in circolazione nel pianeta per rendere l’atmosfera meno velenosa e più respirabile.
 

 

Questo quadro già positivo sta per essere ridipinto, è infatti alla vigilia di un’accelerazione enorme, una rivoluzione che sconvolgerà lo scenario. Ed anche questo epocale cambiamento è promosso dall’interno e non dall’esterno, dai target che si sono dati i costruttori più che dalle direttive imposte dai legislatori che, quasi mai, sono in grado di conoscere il passo che può tenere l’innovazione tecnologica. Forse servirà qualche decennio, ma l’auto riuscirà definitivamente ad eliminare quelle criticità di cui è stata sempre accusata. Presto e progressivamente le vetture saranno ad emissioni zero e verso lo zero viaggeranno anche le vittime della strada perché quando la guida autonoma sarà diventata realtà non ci saranno più i problemi causati dal comportamento sconsiderato di chi impugna il volante. Del progresso e dell’innovazione non bisogna avere paura. È vero, ci sono stati un paio di incidenti causati dalle vetture senza pilota e bisogna indagare rapidamente perché ciò è avvenuto. Ma invece di gridare al semaforo rosso bisognerebbe calcolare quante vittime ci sarebbero state se l’ormai migliaia di veicoli a guida autonoma che in via sperimentale circolano sulle strade fossero state guidate da esseri umani. Certamente molte di più. Anche sull’elettrificazione bisogna pensare positivo.

Si fa sicuramente fatica a pensare alla fine dei tradizionali motori a scoppio ai quali siamo tanto legati (anche per il loro rumore...) ma, come hanno dimostrato i treni ad alta velocità, non hanno alcun arma per competere con quelli elettrici che sono più efficienti, silenziosi, ecologici e pure prestazionali. Questo scenario ideale, questo mondo idilliaco va aspettato e non imposto, sarebbe sciocco, costoso e fuori luogo pretendere dall’industria un salto in alto che non può effettuare. Il futuro subentrerà al passato al momento opportuno, il settore ha promesso le emissioni zero e bisogna dargli il tempo di arrivarci. Come ha dimostrato il Salone di Ginevra il presente non è poi così da buttare. Gli attuali veicoli sono già eccellenti da molti punti di vista e sarebbe ingiusto penalizzarli senza motivo causando grandi danni ai loro proprietari e all’industria intera che da certe tecnologie deve avere il tempo di uscire. È assurdo mettere nel mirino i diesel moderni considerati anche dall’Unione Europea quanto di meglio ci possa essere per contenere attualmente le emissioni di CO2 e tenere bassi i consumi. Tenere ferma una vettura a gasolio appena immatricolata nei giorni in cui si limita la circolazione è un’eresia così come è altrettanto folle ipotizzare di non far più circolare solo fra qualche anno le auto diesel nelle nostre città.

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Domenica 1 Aprile 2018 - Ultimo aggiornamento: 02-04-2018 13:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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