Lo schema di un'auto elettrica in ricarica

Una montagna di dollari puntati sulla transizione. I costruttori auto pronti ad investire oltre 1.200 mld entro il 2030

di Giampiero Bottino
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Le istituzioni moltiplicano i proclami sulla necessità e l’urgenza della transizione energetica, ma senza prestare molta attenzione – soprattutto in Italia – alla voce dell’industria automobilistica che pure sull’argomento avrebbero a buon diritto qualcosa da dire e da proporre.  Di fronte a questo (apparente?) disinteresse, le imprese vanno avanti da sole e senza badare a spese, come evidenzia la terza “puntata” (la prima è dal 2019) dell’analisi che la Reuters dedica alle strategie verdi delle aziende del settore e che quantifica una cifra davvero impressionante: 1.200 miliardi di dollari che i 37 principali protagonisti mondiali dell’automotive si dicono pronti a investire nella mobilità elettrica – veicoli, batterie e materiali – entro il 2030.

La classifica in dollari degli investimenti programmati calcolati dalla prestigiosa agenzia di stampa britannica individua un dominatore assoluto: Elon Musk. La sua Tesla è pronta a scommettere 100 miliardi nello sviluppo delle auto, 400 in quello della batterie e 20 milioni nei nuovi materiali. A distanze comunque siderali, nella “top five” degli investimenti sul prodotto alle spalle del tycoon sudafricano troviamo nell’ordine Toyota con 56,4 miliardi, il gruppo VW con 55, Ford con 43 e Honda con 37,8 miliardi. Per i fondi destinati all’evoluzione delle batterie c’è al secondo posto VW, con 57 miliardi, seguita da Volvo (53,3), Mercedes-Benz con 30 e Stellantis con 24.

Milionarie e non più miliardarie, le somme in gioco per lo sviluppo dei nuovi dei materiali vedono alle spalle di Tesla il gruppo Volkswagen i cui 5 milioni “battono” i 3,5 milioni stanziati da Toyota, la quale a sua volta precede un quartetto formato da Ford, General Motors, Hyundai/Kia e Stellantis, tutti pronti a investire 3 milioni ciascuno. Da parte dei costruttori la marcia verso l’elettrico procede a pieno ritmo, ma gli ostacoli non mancano come evidenzia un altro rapporto Reuters focalizzato sul mercato Usa dove la diffusione della propulsione elettrica coinvolge meno dell’1% dei 250 milioni di veicoli circolanti tra auto, Suv e i “light trucks”, cioè i diffusissimi pick-up.


Un punto di partenza che richiede una forte accelerazione, considerata anche la rilevante contrazione del mercato generata dal Covid prima e dalla scarsa disponibilità dei componenti: la già cauta previsione Reuters di 17 milioni di unità immatricolate è stata ritoccata al ribassa da un altro centro studi specializzato, Cox Automotive, che parla di una chiusura d’anno a 14,4 milioni di veicoli. Per puntare al traguardo di elettrizzare entro il 2050 la metà del parco circolante, dal 2035 le vendite di auto “full electric” devono superare il 45% del totale. 
Un obiettivo reso sfidante anche in considerazione della diffidenza che gli americani meno giovani nutrono nei confronti delle vetture a batteria per il prezzo elevato, l’autonomia limitata e l’inadeguatezza che anche oltre Atlantico caratterizza l’infrastruttura di ricarica.

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Mercoledì 30 Novembre 2022 - Ultimo aggiornamento: 10:13 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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