
BMW affila gli artigli, la casa di Monaco schiera alla 24 Ore due hypercar inforte crescita

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Combattere e vincere, anche da questa parte dell’Oceano, nel campionato e sulla pista che contano più di tutti. Questa è la missione della BMW che si presenta alla 24 Ore di Le Mans ancora una volta con due M Hybrid V8 con le quali corre dallo scorso anno nel WEC e dall’anno prima nell’IMSA nella classe regina GTP (Gran Turismo Prototype) dove con il team RLL ha già ottenuto buoni risultati. La 24 Ore di Daytona portata a termine al debutto assoluto, il secondo posto in occasione della seconda uscita a Sebring e la vittoria già alla quinta a Watkins Glen lasciavano ben sperare. Invece il 2024 ha portato solo un’altra vittoria mentre l’ingresso nel WEC nella classe Hypercar con il team WRT è stato alquanto sofferto finendo la 24 Ore di Le Mans senza portare auto al traguardo, ma mostrando miglioramenti nel finale del calendario con un 2° posto al Fuji e un 5° in Qatar mentre nell’IMSA la M Hybrid V8 conquistava una clamorosa doppietta a Indianapolis.
Tutto lasciava presagire un 2025 finalmente al vertice e questo è avvenuto, almeno in parte, grazie all’intenso lavoro di perfezionamento e alla decisione di giocarsi il primo degli Evo Joker previsti dal regolamento sull’impianto frenante la cui gestione era delicata quanto complessa. Per avere la potenza e la modulabilità giuste al pedale, occorreva infatti far lavorare i freni a temperature molto elevate ma questo, da un lato, metteva l’impianto a rischio vetrificazione dall’altro non faceva funzionare al meglio il differenziale e provocava il surriscaldamento degli pneumatici con conseguente decadimento precoce. I risultati si sono visti subito alla 24 Ore di Daytona con la prima pole, numerosi giri in testa e un finale amaro per il gioco di bandiere gialle e safety car. Nelle prime tre gare della stagione WEC in corso le BMW hanno conquistato un 2° posto ad Imola e sono finite sempre nella top ten. I miglioramenti operati ai freni, grazie alla collaborazione con Brembo, dovrebbero essere ancora più evidenti a Le Mans dove ci sono staccate fortissime in successione insieme a tratti dove invece dischi e pastiglie lavorano a temperature inferiori. Questo dovrebbe fornire ai piloti quella serenità di gestione che è fondamentale sia nei sorpassi sia per evitare errori nell’arco di 24 ore.
Per il resto la M Hybrid V8 non è cambiata di molto se non nella forma dei due reni frontali, che la assimilano esteticamente alle BMW stradali, che ha comportato una modifica ai fari, anche questa effettuata seguendo i canoni estetici delle autovetture BMW. Tecnicamente il prototipo tedesco sfrutta un telaio Dallara e monta un V8 4 litri biturbo, ripreso dalla M4 impiegata nel DTM nelle stagioni 2017 e 2018 con l’aggiunta della sovralimentazione, accoppiato al modulo di ibridizzazione standard previsto da regolamento tecnico LMDh (Le Mans Daytona hybrid) e composto dal cambio sequenziale Xtrac a 7 rapporti che integra il motore elettrico Bosch da 50 kW alimentato da una batteria Williams. Forti e assortiti i due terzetti che si alterneranno alla guida delle due hypercar teutoniche. La numero 15 potrà contare su Robin Frijns che a Le Mans ha già vinto nel 2021 nella categoria LMP2 conquistando anche il titolo WEC senza contare che l’olandese ha vinto una 24 Ore del Nürburgring nel 2017, nel 2018 una 12 Ore di Bathurst, un campionato Blancpain GT Series Sprint Cup e sta disputando con la Envision la sua nona stagione in Formula E dove ha ottenuto 2 vittorie e altrettante pole nel corso di 116 round disputati. Al suo fianco c’è un ex pilota di monoposto elettriche: il tedesco René Rast che può vantare tre titoli DTM vinti e un’esperienza fatta di 6 stagioni nel WEC e altrettante 24 Ore di Le Mans con un 2° posto (6° assoluto) tra le LMP2. Il terzetto è chiuso dal sudafricano Sheldon van der Linde che nel suo palmares ha titolo un DTM vinto nel 2022.
Novità invece sulla numero 20 dove il tedesco Markus Wittmann è stato sostituito niente di meno che da Kevin Magnussen, pilota che ha alle spalle ben 10 stagioni di Formula 1 e anche una discreta esperienza nell’endurance visto che nel 2021 si è fatto una stagione nell’IMSA guidando una Cadillac di Chip Ganassi, con una vittoria a Detroit e altri 4 podi che gli hanno fruttato il 7° posto in campionato. Nello stesso anno ha anche fatto la 24 Ore di Le Mans arrivando 17° tra le LMP2. I suoi compagni sono Raffaele “Lello” Marciello e Dries Vanthoor. L’italiano naturalizzato svizzero ha nel curriculum un titolo europeo di Formula 3, di Blancpain, di ADAC GT Master, due di FIA GT World Cup e GT World Challenge Europe Endurance Cup e tre di World Challenge Europe.
Ha vinto la 24 Ore di Spa e a Daytona ha conquistato un 2° posto nel GT e un 4° nel GTP. Lo scorso anno si è fermato dopo 102 giri a Le Mans avendo come compagno Vanthoor. Il belga ha vinto per due volte il GT World Challenge Europe Sprint Cup e una volta il GT World Challenge Europe inoltre ha conquistato per tre volte la 24 Ore del Nürburgring e ha già vinto a Le Mans tra le GT nel 2017. A gestire il tutto ci penserà l’ex pilota Vincent Vosse, team principal e fondatore nel 2009, insieme all’ex capo di Volkswagen Motorsport René Verbist e all’imprenditore Yves Weerts, del W Racing Team (WRT) al quale la BMW ha affidato il programma WEC. Il team di Grâce-Hollogne ha una bacheca decisamente ricca (30 titoli piloti e 33 per team tra cui due nel WEC e una vittoria a Le Mans) ed era designato a gestire il programma LMDh dell’Audi fino a quando la casa di Ingolstadt ci ha ripensato. A quel punto, è arrivata la chiamata da Monaco affidando a Vosse e ai suoi la gestione tecnica e sportiva delle M Hybrid V8.