Guigues (Renault Italia): «Nuova Clio è pronta a conquistare l’Italia, per far crescere l’elettrico servono auto più accessibili»

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MONACO DI BAVIERA – Per una Casa automobilistica il lancio di una nuova vettura è sempre un momento emozionante quanto delicato, a maggior ragione se si tratta di un modello di punta. Questo è sicuramente il caso della Clio che, giunta alla sesta generazione, è l’auto più venduta nella lunga storia di Renault. L’utilitaria francese è una vettura che fin dal suo primo lancio, avvenuto ormai 35 anni fa, è sempre stata molto apprezzata in Italia. Questo oltre a essere un punto a favore, può essere sicuramente un obiettivo ancora più sfidante.
In occasione della presentazione internazionale della nuova Clio, avvenuta in occasione dell’IAA Mobility di Monaco, abbiamo avuto l’occasione di intervistare in esclusiva Sebastien Guigues. L’Amministratore Delegato di Renault Italia ha raccontato le aspettative legate al lancio della nuova Clio sul mercato italiano. Inoltre si è soffermato sulle novità di prodotto, sul ruolo strategico del marchio nel nostro Paese e sulle prospettive future della mobilità elettrica. Ne emerge il ritratto di un’azienda che intende affrontare con decisione le sfide di un settore in continua trasformazione.

Parliamo innanzitutto di Clio, quali sono le aspettative per il mercato italiano?
«L'arrivo di una nuova Clio è sempre un momento molto speciale per la famiglia Renault e ancora di più in un Paese come l'Italia, dove abbiamo venduto quasi 2 milioni di Clio dal 1990 fino ad oggi nelle prime cinque versioni. Io dico sempre che sono un uomo molto fortunato, perché sono appena arrivato in questa posizione in Italia e ho già l’occasione di poter presentare la nuova Clio. Le aspettative sono alte perché pensiamo di aver realizzato una nuova Clio interessante non solo per i clienti della Clio 5 o della Clio 4, ma anche per attrarne di nuovi. Ha tutto il DNA della saga Clio, con novità importanti».
Quali sono le novità più importanti?
«Per esempio, il design è molto più moderno e sportivo. Sul fronte tecnologico abbiamo l’E-Tech Full Hybrid da 160 Cv, un powertrain che offre consumi di soli 3,9 litri per 100 km. Poi c’è l’integrazione di Google, che già conoscete bene da Austral e Rafale e che arriva ora nel segmento B: direi che è quasi una prima mondiale. L’accordo con Google per noi è strategico, perché porta la semplicità dello smartphone in auto».
Tale sistema può essere valorizzato soprattutto in un segmento come il B, visti anche gli ampi volumi di vendita…
«Prima o poi lo vedremo in tutte le nostre auto. Lo abbiamo già sulla Renault 5, lo lanciamo questo mese anche sulla Renault 4, è presente sulla Clio e in tutto il segmento C e D: ormai fa parte del DNA Renault. Il cliente sa che quando entra in una delle nostre macchine ritrova lo stesso ecosistema digitale del proprio smartphone».

Per Renault 5 in Italia avete fatto una sorta di prevendita per i clienti più affezionati. Pensate di replicare questa iniziativa anche per Clio?
«No, non ci sarà tempo. Le ordinazioni apriranno a ottobre, praticamente fra tre settimane. Saremo già pronti direttamente non per una prenotazione, ma per ordini veri e propri».
A proposito di Renault 5, non c’è il rischio di ritrovarsi un “competitor interno” per Clio?
«Io penso di no. Mi sembra che in Italia oggi il cliente di una vettura elettrica e quello di una termica siano ancora molto diversi. È anche per questo che a noi piace avere due piattaforme separate. Alcuni concorrenti hanno lo stesso modello declinato in benzina, ibrido ed elettrico. Noi invece preferiamo separare la macchina elettrica da quella termica. È più efficiente, perché così puoi fare un’auto elettrica più leggera, che è un fattore importante. Inoltre, così abbiamo due look molto diversi: la Renault 5, carina e rétro ma moderna, e la Clio più sportiva, atletica, con linee tese e un carattere dinamico».

Oltre all’allestimento Esprit Alpine ci sarà anche una versione più estrema, magari sportiva, vista la tradizione del Trofeo Clio nei rally?
«Per il momento partiamo con l’Esprit Alpine, che è già bellissima. Poi vedremo: la base è ottima per sviluppare qualcosa di più sportivo, ma è ancora presto per dirlo».
Per quanto riguarda il motore diesel, come mai l’assenza sulla nuova Clio visto che in Italia c’è ancora richiesta?
«Il diesel sulla Clio di quinta generazione è ormai quasi un’esclusiva Renault, perché tutti gli altri costruttori lo hanno abbandonato. Ma di anno in anno le vendite calano, soprattutto nel privato, restando un po’ sulle flotte. Noi crediamo che con il nuovo Full Hybrid di seconda generazione e con il GPL i clienti possano fare uno switch verso queste soluzioni. Sono un po’ i “diesel del XXI secolo”: costano meno, vanno benissimo e consumano poco».
Il cliente tipo della nuova Clio qual è?
«Coinvolge sicuramente una fetta molto ampia. È certamente un modello femminile, ma va bene per tutti dai privati alle flotte, sia per un contesto cittadino che per chi la usa per viaggi più lunghi. Clio è una macchina versatile, utilitaria nel vero senso della parola, adatta a tutti».

In questi mesi, dal suo incarico ad oggi, ha già avuto modo di farsi un’idea del mercato italiano?
«Sì. È un mercato difficile e competitivo, uno dei più importanti d’Europa. Ci sono competitor locali fortissimi, come Stellantis, e i cinesi che stanno arrivando con grande forza. È un mercato che attende da tempo incentivi per le auto elettriche, che finalmente arriveranno. Renault qui ha vari vantaggi: siamo un brand storico, con 2,8 milioni di macchine circolanti in Italia e una rete di 500 punti vendita e assistenza. Abbiamo una buona reputazione, solida, e un forte legame industriale con l’Italia: il gruppo Renault acquista un miliardo di Euro all’anno da fornitori italiani. Questo ecosistema, insieme ai nostri prodotti, può fare la differenza».
Online o concessionarie: qual è la strategia più adatta per il mercato italiano?
«Credo che la distinzione tra online e offline sia ormai superata. Oggi il percorso del cliente è ibrido: si informa online, ma poi vuole comunque un contatto umano per un acquisto così importante. Io credo nel multicanale. Oggi, in media, un cliente visita il concessionario solo 1,2 volte prima dell’acquisto. Questo significa che se non vendi l’auto al primo appuntamento, probabilmente la perdi».

Passando al tema dell’elettrico, come vede lo sviluppo in Italia?
«Prima o poi anche l’Italia sarà elettrificata, non ci sono dubbi. Servono però auto più accessibili, come Renault 5, che è offerta a 80 Euro al mese con incentivi, o la futura Twingo da 20.000 Euro. Non si elettrifica un Paese con auto premium da 100.000 Euro. Servono infrastrutture di ricarica diffuse e un cambiamento culturale. Una volta che provi l’elettrico, non torni indietro. Chi oggi critica l’elettrico spesso non lo ha mai provato. Naturalmente il passaggio sarà graduale: oggi il cliente tipo è chi ha due auto e può installare una colonnina a casa. Molti iniziano con l’elettrica come seconda auto, e poi fanno il passaggio completo».
Mobilize ha mosso i primi passi anche in Italia. Come sta andando?
«Procede bene, soprattutto nelle città. La Duo è molto interessante: una microcar che è però una vera auto, omologata L7, che può andare in autostrada, con aria condizionata e soluzioni intelligenti, come i posti in linea per ridurre l’ingombro e le portiere ad apertura verticale, più pratiche in città. È una proposta diversa rispetto ala concorrenza. I primi feedback sono buoni, ma sarà un settore sicuramente da approfondire».




