XC40 Recharge

Volvo, il recharge scandinavo. Il brand svedese punta ad una transizione energetica molto rapida: grandi risultati già nel 2025

di Giampiero Bottino
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L’impegno di Volvo nel campo dell’elettrificazione alla spina non può essere messo in discussione. Il costruttore svedese è tra quelli che con più convinzione mostrano la propria fiducia in questa tipologia di propulsione.
Lo conferma la strategia più volte ribadita che prevede di proporre già quest’anno una gamma totalmente elettrificata (compresa la forma più soft rappresentata dal mild hybrid), per arrivare nel 2025 a un’offerta interamente alla spina, equamente ripartita tra full electric e ibride plug-in. Una parità solo temporanea perché il traguardo finale, con orizzonte 2030, è rappresentato da una produzione totalmente ed esclusivamente elettrica pura. 

È una strategia di cui proprio quest’anno si avvertono indicazioni importanti non solo con il recente arrivo sul mercato della XC40 Recharge, versione 100% elettrica del Suv compatto che segna il debutto assoluto di Volvo nel campo delle emissioni zero e tiene a battesimo la Cma (Compact modular architecture), piattaforma multi-energia sviluppata in collaborazione con la controllante cinese Geely.  Ma la rivoluzione è solo all’inizio, e già è in dirittura d’arrivo la protagonista della seconda tappa: la C40, filante Suv-Coupé che ambisce anch’essa a ritagliarsi un posticino nella storia del brand come primo modello progettato fin dall’inizio per essere solo elettrico. Oltre che ordinabile – quando lo sarà, con un listino non ancora comunicato – esclusivamente online.

Nell’attesa di scoprire questa intrigante new entry, occupiamoci della nuova arrivata nella famiglia Recharge, la XC40 100% elettrica i cui connotati sono invece ben definiti, a cominciare dai prezzi che per le versioni Plus e Pro partono rispettivamente da 56.200 e da 60.400 euro. Cifre rivedibili alla luce degli ecobonus statali – e delle eventuali agevolazioni locali – che a una vettura da 0 g/km di CO2 spettano nella misura massima prevista dalla normativa.

Davvero impressionante – anche perché avvolta da un silenzio quasi irreale – la spinta regalata dai 408 cv complessivi “responsabili” della trazione integrale e soprattutto dai 660 Nm di coppia immediatamente disponibili che regalano partenze davvero mozzafiato, come conferma l’accelerazione 0-100 in 4,9 secondi che rappresenta un tempo da sportiva di razza, mentre la velocità massima è la stessa – 180 chilometri all’ora – imposta a tutte le nuove Volvo per decisione della casa che ha voluto fornire un’ennesima – e quasi provocatoria – dimostrazione di sensibilità su temi strategici come la sicurezza e la sostenibilità.

La batteria da 75 kWh promette un’autonomia di 400 km calcolati secondo il protocollo di prova Wltp e si ricarica all’80% in 40 minuti collegandosi a una colonnina pubblica “fast charge” da 150 kW in corrente continua. Tempi che ovviamente si allungano se l’operazione viene effettuata in ambito domestico: servono 7,5 ore per fare il “pieno” con un caricatore da 11 kW in corrente alternata. Il fatto che il puro elettrico rappresenti una novità nell’offerta Volvo non significa che finora a Goteborg abbiano dormito sugli allori per quanto riguarda le alimentazioni alternative. Anzi. Lo dimostra la stessa XC40, proposta anche in versione Recharge Plug-in Hybrid con due livelli di potenza – T4 da 211 e T5 da 262 cv – frutto dell’abbinamento tra il motore elettrico da 82 cv e il 3 cilindri 1.5 turbo a benzina da 130 e 180 cv. Queste due declinazioni – che nel ciclo Wltp vantano emissioni di CO2 comprese tra 45 e 57 g/km vanno ad arricchire un’offerta di ibridi alla spina presenti ormai in tutte le linee di prodotto, dalle top di gamma della famiglia 90 (il Suv XC, la station wagon V e la berlina S) agli analoghi modelli – XC60, S60 e V60 – della serie intermedia.

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Martedì 22 Giugno 2021 - Ultimo aggiornamento: 23-08-2021 18:03 | © RIPRODUZIONE RISERVATA