La nuova Mini Elettrica

Mini elettrica, ora il mito viaggia anche a batteria. La “Cooper” a zero emissioni esalta il piacere di guida

di Sergio Troise
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ROMA - Chissà cosa direbbe Alec Issigonis nel vedere l’ultimo step di trasformazione della sua Mini originaria, la piccolissima citycar degli anni 60 capace di destreggiarsi nel traffico delle grandi città così come sul percorso del Rally di Montecarlo. Con l’ingresso nel BMW Group del 1994 l’inglesina inventata dal geniale progettista inglese è diventata, come tutti sappiamo, una moderna compatta di classe premium, con forme e misure più importanti (3,85 metri); ma ora è stato compiuto un altro passo decisivo, che ha spinto l’evoluzione del modello originario in una dimensione nuova, facendone addirittura un prodotto d’avanguardia: un’auto capace di muoversi a emissioni zero, grazie alla motorizzazione elettrica. Una trasformazione in piena regola, frutto d’un accurato lavoro degli ingegneri tedeschi. I quali – vale la pena sottolinearlo - si sono imposti un obiettivo fondamentale: la variante elettrica della MINI non avrebbe dovuto sacrificare in alcun modo quel go-kart feeling che caratterizza la guida dell’auto sin dalle origini. 

Obiettivo centrato in pieno - assicurano i vertici dell’azienda di proprietà BMW – nonostante che l’auto risulti ora più alta da terra di 1,8 cm. La MINI Cooper SE (questo il nome esatto della nuova auto) non è infatti molto diversa da una MINI con motore termico: si riconosce per le modanature gialle, per i cerchi dall’originale disegno asimmetrico e per alcuni dettagli come le luci posteriori che ricordano l’Union Jack; sul frontale adotta fari a Led, che rappresentano indubbiamente un segno di modernità, tuttavia l’allestimento non prevede dosi massicce di sistemi digitali né abbondanza di ADAS. Digitale e analogico, anzi, trovano qui un sostanziale equilibrio. Legati alla tradizione sono pulsanti, manopole e levette tipici della tradizione, mentre il sistema multimediale è inserito nella solita cornice circolare a centro plancia: un retaggio della primissima Mini, ma ora c’è un display touch da 8,8 pollici. Tra le dotazioni più avanzate spiccano l’head-up di serie, la retrocamera e la frenata d’emergenza automatica con riconoscimento dei pedoni. E ancora, il Connected Navigation Plus è un sistema completo: sempre connesso, include molti servizi online. 

Il cuore della novità è comunque il sistema di propulsione a zero emissioni, assicurato da una unità elettrica sistemata sull’avantreno capace di sviluppare una potenza di 135 kW/184 cv/270 Nm. Alimentato da una batteria agli ioni di litio sistemata nella parte più bassa del veicolo (tra i sedili anteriori e sotto quelli posteriori) è in pratica una evoluzione del motore utilizzato a suo tempo dalla BMW i3, in grado di assicurare – secondo le informazioni fornite dalla Casa – ottime prestazioni soprattutto in fase di accelerazione: per il passaggio da 0 a 60 km/h vengono dichiarati infatti 3,9 secondi; 7,3 per lo 0-100. La velocità massima è invece autolimitata a 150 km/h, in modo da non compromettere l’autonomia, che in verità si profila adeguata soltanto se dell’auto viene fatto un uso prettamente cittadino: la Casa dichiara infatti percorrenze oscillanti tra un minimo di 235 km e un massimo di 270 (ciclo NEDC), con consumo energetico combinato di 13,2-15,0 kWh/100 km. Per quanto riguarda invece modalità e tempi di ricarica, occorrono 2 ore e 30 minuti per fare il pieno d’energia a una presa a corrente alternata fino a 11 kW, mentre servono solo 35 minuti per imbarcare l’80% d’energia a una presa da 50 kW.
Causa pandemia non è stato possibile provare l’auto prima che arrivasse nelle concessionarie, tuttavia la conferma delle caratteristiche fondamentali di tutte le MINI (motore e trazione anteriori, baricentro basso, rollio ridotto) lascia pensare che nonostante l’incremento di peso (1365 kg in tutto) l’auto sia davvero piacevole da guidare e capace di salvaguardare quel go-kart feeling che ha caratterizzato la storia del modello, sin dalle origini. Sulla Cooper SE, tra l’altro, non manca un innovativo sistema di trazione con sistema di controllo dello slittamento che aggiunge credibilità alle promesse sul comportamento dinamico. 

Ma al di là di tutto ciò, la MINI elettrica si distingue anche per alcune caratteristiche specifiche delle auto a emissioni zero, come la frenata rigeneratrice e la possibilità di eliminare l’uso del pedale del freno: basta sollevare il piede dall’acceleratore e l’auto frena automaticamente. Se proprio vogliamo trovare qualche difetto dobbiamo rifarci al modello d’origine: come le sorelle con motore termico, anche la MINI Cooper SE offre infatti poco spazio per i bagagli (il vano posteriore misura 174 litri) e, come tutte le altre, ha un prezzo di listino non proprio popolare, a partire da 33.900 euro per l’entry level, fino ai 41.650 richiesti per la versione più ricca. Al prezzo va aggiunto poi il costo della wallbox, che parte da 899 euro (facoltativo). Ciò detto, si possono sfruttare gli incentivi governativi, che assicurano sconti fino a 6000 euro (in caso di rottamazione) ed eventuali altri vantaggi assicurati da alcuni Comuni e alcune Regioni. A differenza di altri modelli, però, per la Cooper SE non è prevista una lunga (e costosa) lista di optional: l’auto viene proposta infatti in 4 allestimenti diversi, via via più ricchi e meglio equipaggiati, denominati S, M, L e LX.

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Sabato 11 Luglio 2020 - Ultimo aggiornamento: 13-07-2020 16:57 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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