La nuova Yamaha YZF-R6

Yamaha YZF-R6, si rinnova la supersport più amata: motore aggiornato e ciclistica evoluta. Novità anche per la R1

di Lorenzo Baroni
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ROMA - È la regina del mondiale supersport con tre i titoli conquistati e 160.000 unità vendute nel corso di un decennio, la sportiva 600 più amata in Europa. Sebbene nessuno, da molto tempo, non investe più nelle superbike da 600 cc, gli ingegneri della Yamaha hanno approfittato del passaggio alle normative Euro 4 per dare vita alla nuova Yamaha YZF-R6. Una mossa che ha rinnovato il segmento delle sportive di media cilindrata della casa giapponese: il giusto anello di congiunzione tra la YZF-R3 e la sorella maggiore YZF-R1. Yamaha YZF-R1 e Yamaha YZF-R6 in comune hanno una grandissima agilità e un notevole rapporto peso/potenza, ma si tratta di due moto completamente differenti.
 

 

La R1, nonostante le sue dimensioni e pur sempre un mille e va presa con cautela. Ben 200 i cavalli erogati dal quattro cilindri in linea e gestiti da un’elettronica raffinata. Staccate al limite, entrate in curva molto precise e una grande potenza in uscita che spinge l’anteriore verso l’alto. Agile e veloce la R6, molto rapida nei cambi di direzione, in entrata e in uscita di curva. Diverso il lavoro del Traction Control sulle due moto, quello della R1 gestisce un maggiore numero di cavalli, ma il suo intervento è sempre molto preciso. Tre le mappature per il motore della R6: A, B e Standard. Più sofisticato il Riding Mode della R1: la mappatura 1 è riservata solo ai più esperti.

La nuova YZF-R6, rispetto alla precedente versione, ha un allungo inferiore a causa del passaggio all’Euro 4. Ma la coppia in basso è più fluida e, insieme allo scarico Akrapovic e alla mappatura presente nel kit Yamaha Racing, la moto guadagna circa 10 cavalli in più e un sound più aggressivo. Linee racing e una nuova protezione aerodinamica per la nuova R6, un mix perfetto tra la MotoGP YZF-M1 e la R1. Un uso sapiente di materiali leggeri come alluminio e magnesio. Motore aggiornato da 599 cc da 118,4 cavalli a 14.500 giri e ben 61,7 NM di coppia a 10.500 giri. Valvole di aspirazione e scarico in titanio e alimentazione con sistema ride-by-wire Yamaha Chip Controlled Throttle (YCC-T) dotato di mappature d’apertura dell’acceleratore. Valvole parzializzatrici Yamaha Chip Controlled Intake (YCC-I), mentre allo scarico c’è sempre l’EXUP. Cambio ravvicinato a sei rapporti con Quick Shift System derivato dalla R1, frizione antislittamento e controllo di trazione disinseribile.

La nuova R6 è equipaggiata con le stesse sospensioni della YZF-R1 standard: forcella KYB interamente regolabile a steli rovesciati da 43 mm, perno ruota maggiorato a 25 mm e nuova piastra di sterzo per un avantreno più rigido. Al posteriore monoammortizzatore KYB completamente regolabile. Impianto frenante con pinze monoblocco Tokico sempre di derivazione R1 e dischi da 320 mm all’avantreno con sistema di antibloccaggio racing. Pneumatici Bridgestone S21 creati ad hoc per la R6 alleggeriti di 300 grammi all’anteriore e 500 al posteriore.

La Yamaha YZF-R1 custodisce un propulsore a quattro cilindri da 998 cc in linea e albero motore con inerzia ridotta del 20% in grado di generare 200 cavalli a 13.500 giri e una coppia di 112,4 NM a 11.500 giri. Ridisegnate le teste e i cilindri. Bielle, valvole di aspirazione e scarico in titanio, coppa dell’olio, carter motore e cerchi in ruota in magnesio. Telaio Deltabox in alluminio e motore con funzione portante. Forcella e monoammortizzatore entrambi KYB completamente regolabili con ammortizzatore di sterzo a regolazione elettronica.

L'impianto frenante è gestito dal sistema UBS con informazioni processate dalla centralina che sfrutta la piattaforma inerziale IMU. Dischi da 320 mm all’anteriore e da 220 mm al posteriore con pinza monopistoncino. Infine una grande elettronica che gestisce i dati rilevati dalla piattaforma inerziale IMU, un computer che lavora su sei assi grazie ai suoi tre giroscopi.
 

 

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Giovedì 27 Luglio 2017 - Ultimo aggiornamento: 15:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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