Antonio Patuelli
Antonio Patuelli

Il salto di qualità che serve all’Europa

di Antonio Patuelli
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Venerdì 10 Maggio 2024, 01:01

Da quasi 70 anni il Mec, Mercato comune europeo prima, la Cee, Comunità economica europea poi, ed ora la Ue, Unione europea, sono cresciute senza un “disegno centrale”, ma in maniera molto spesso residuale rispetto alle difficoltà politiche-istituzionali. Per cui la crescita dell’Unione europea è stata ed è soprattutto economica, dopo innanzitutto il fallimento della Ced, la Comunità europea di difesa, ancora negli anni Cinquanta.


Certamente, dal 1979, l’elezione popolare diretta del Parlamento europeo ha impresso una decisiva spinta alla costruzione delle nuove istituzioni della Ue, ma le scelte strategiche, in presenza di complessità politiche, si sono incentrate ancora, purtroppo, il più delle volte, in modo residuale, sulle iniziative economiche possibili, talvolta di grande rilievo come l’euro e la libera circolazione delle persone, delle merci e dei denari.
Ma tutto questo ora non basta più, innanzitutto da quando non venne ratificata da alcuni Stati, e non è mai entrata in vigore nella Ue, la nuova Costituzione europea che è, invece, indispensabile per la creazione di una vera e piena Ue che sia in grado di rispondere in maniera ancora più efficace alle grandi e gravi sfide non solo economiche, nelle quali l’Europa deve essere internazionalmente più protagonista.


In questi mesi continua ad essere ripetuta l’invocazione astratta alla realizzazione dell’Unione europea del mercato dei capitali e al completamento dell’Unione bancaria europea. Per dar vita ad una vera Unione europea del mercato dei capitali non basta, però, l’individuazione ora esistente di una quasi infinita serie di misure specifiche, con tante iniziative che interessano i singoli settori, per realizzare parzialmente e progressivamente un disegno che non è nemmeno compiutamente tratteggiato.

Se si proseguirà a livello europeo con questo metodo dei “piccoli passi”, difficilmente si realizzerà in tempi ragionevoli l’Unione europea del mercato dei capitali che ha bisogno, invece, di un “disegno centrale”, di obiettivi strategici e soprattutto di una esaustiva codificazione normativa per realizzare davvero quel salto di qualità che possa concretizzare un vero Mercato unico dei capitali, con nuove possibilità di ulteriori investimenti per lo sviluppo e per l’occupazione.


Più avanzata, invece, è la costruzione dell’Unione bancaria europea soprattutto per merito della Bce e del Sebc, il Sistema europeo delle banche centrali, fra cui l’autorevole Banca d’Italia, che hanno realizzato appieno i compiti loro affidati, concretizzando tempestivamente una Vigilanza unica europea sulle banche, nonché normative il più possibile omogenee. Ma l’Unione bancaria rimane incompleta rispetto ai progetti originari, perché è tuttora bloccato il suo completamento per diverse visioni strategiche fra gli Stati che ne fanno parte.
La strada maestra anche per completare l’Unione bancaria è certamente quella della codificazione di un’unica legge europea di diritto bancario, finanziario e penale dell’economia.


Questi debbono essere alcuni dei principali “disegni centrali” per la nuova legislatura del Parlamento europeo ed anche per la nuova Commissione europea che si insedierà il 1° dicembre prossimo. All’Unione europea serve, infatti, un decisivo salto di qualità: dalla frammentazione delle singole scelte, alla realizzazione di “codici” che realizzino davvero la base comune, in economia innanzitutto, per l’Unione del mercato dei capitali e per l’Unione bancaria.


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