Casteldaccia, in Sicilia caos controlli: mancano 200 ispettori. E la Regione non ha i fondi per nuove assunzioni

Nell’isola sono in campo solo 68 addetti alle verifiche: 4 per la provincia capoluogo

Casteldaccia, in Sicilia caos controlli: mancano 200 ispettori. E la Regione non ha i fondi per nuove assunzioni
di Francesco Pacifico
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Lunedì 6 Maggio 2024, 23:57 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 09:25

Per coprire un territorio di quasi 26mila chilometri quadri, 400mila imprese e 5 milioni di abitanti, sono in servizio appena 68 ispettori del lavoro. «E invece in Sicilia ce ne dovrebbero essere almeno 280 - denuncia Paolo D’Anca, segretario della Filca Cisl regionale - Anche perché l’edilizia è la terza industria dell’Isola assieme al turismo e all’agricoltura». In soldoni, sul fronte dei controlli c’è soltanto il 20 per cento del personale necessario. Il restante non viene assunto per motivazioni che fanno ancora più rabbia di fronte all’ennesima tragedia del lavoro, quella che si è registrata ieri a Casteldaccia, nel Palermitano, dove sono morti cinque operai. Intanto c’è da fare i conti con gli intoppi al normale svolgimento dei processi burocratici legati agli annosi conflitti tra i poteri dello Stato centrale e le competenze della Regione autonoma per antonomasia. A differenza che nel resto d’Italia gli addetti ai controlli devono essere reclutati da Palazzo d’Orleans, che ha pieni poteri in materia di sicurezza del lavoro, ma non i soldi per pagare loro gli stipendi. Infatti gli ultimi inseriti in organico, una trentina, sono stati mandati da Roma, dal ministero del Lavoro, dopo un’apposita convenzione tra le parti.

In questo cahiers de doleances, quindi, fanno bella mostra di loro la malaburocrazia, la mancanza di fondi e il blocco delle assunzioni alla pianta regionale in vigore per almeno un decennio per recuperare i 5 miliardi di debiti.

E quando tutti questi problemi sono stati bypassati con l’intesa stretta con il dicastero guidato da Marina Calderone, a Palazzo d’Orleans ci si è dovuti scontrare pure con le difficoltà a individuare il contratto da applicare a questi lavoratori: dovrebbero ottenere lo status di funzionari, ma per averlo avrebbero dovuto prima partecipare a un concorso pubblico.

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PALAZZO D’ORLEANS

Non a caso, da Palazzo d’Orleans, l’assessore al Lavoro Nuccia Albano, ieri ha fatto sapere: «È un momento di dolore, vogliamo stare vicino alle famiglie che hanno subito questa tragedia, dare loro supporto. Rinfoltiremo la squadra di ispettori del lavoro. Ne sono arrivati 35 l'anno scorso, ne devono arrivare altri 35 e sto lavorando per fare un concorso per oltre 100 ispettori del lavoro. Ora dobbiamo stare vicino ai figli, alle mogli, ai genitori delle vittime». Intanto, però, le polemiche su questo fronte in queste ore montano. «Anche perché - continua D’Anca - siamo di fronte a una situazione surreale, se non banalmente ridicola. Per capire quanto è intricata, va detto che gli ispettori mandati da Roma, e che sono a tutti gli effetti dipendenti dell’Istituto nazionale del Lavoro, non potrebbero legalmente operare, perché in Sicilia la competenza su questa materia è della Regione». O li assume definitivamente quest’ente oppure le loro prescrizioni potrebbero essere anche messe in discussione e rigettate per un vizio di forma.

In questo scenario non deve sorprendere né che in Sicilia non esista un ufficio proprio dell’Ispettorato né che nel Palermitano operino soltanto tre o quattro verificatori e a Ragusa appena uno. Per superare questa situazione, nel 2022, la giunta siciliana iniziò a trattare con il ministero del Lavoro per ottenere personale per i controlli. C’è voluto un anno e finalmente si è arrivati a un accordo: l’Inl - come poi è avvenuto a inizio 2024 - avrebbe mandato nell’Isola suo personale, avrebbero pagato loro lo stipendio, chiedendo poi di tenere per sé l’entità delle sanzioni. Ma una volta arrivati in Sicilia questi ispettori non solo hanno dovuto gestire una mole di pratiche arretrate indescrivibile: hanno scoperto che non potevano seguire corsi di aggiornamento proprio perché non dipendenti diretti della Regione guidata da Renato Schifani. Non a caso, nei mesi scorsi, il ministro Calderone ha fatto sapere dopo un’interrogazione parlamentare di essere pronta a mandare altri verificatori nell’Isola, ma di non avere avuto risposte dalle autorità locali.

 

IL TAVOLO

In Italia, lo scorso anno, si sono registrate 1.041 morti bianche. Una novantina soltanto in Sicilia, che a differenza di altre regioni non ha visto calare il numero delle vittime. Anche per questo il ministero del Lavoro e i sindacati dell’edilizia hanno deciso di accelerare la stesura e l’approvazione dei decreti delegati per sbloccare le ultime misure volute dal governo per ampliare la sicurezza nei cantieri, inserite per lo più nell’ultimo pacchetto Pnrr: l’assunzione di 875 ispettori tra dipendenti dell’Inl e carabinieri (su questo fronte si aspetta l’avallo della Ragioneria per i fondi necessari), la patente a crediti che nel privato impedisce alle imprese non virtuose di partecipare al sistema degli appalti, l’obbligo anche per le società sotto subappalto di assumere i lavoratori con il contratto edile oltre a un sistema di sanzioni più severo del passato. Una serie di norme che dovrebbero essere operative da ottobre, ma che le parti sperano di anticipare.

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