La transizione energetica verso la sostenibilità non influisce solo sul tipo di mobilità che fa respirare l’ambiente. Dà un colpo di spugna deciso anche al mercato, con risvolti non di poco conto sugli aspetti economici e, soprattutto, sociali. Incide sulla vita dei cittadini, insomma, i primi dei quali a confrontarsi con il nuovo scenario sono proprio quelli europei. Non è una proiezione, ma una dinamica già in atto. E, fino a quando la curva dei costi delle auto termiche non incrocerà quella delle elettriche, continuerà a pesare come un macigno sulla sorte dei veicoli che usiamo per trasportare persone e merci. Affinché l’abbraccio virtuoso avvenga sembra non manchi molto (2025-2026), ma quanto ipotizzato non è affatto certo poiché, mai come adesso è concreto il detto che «le previsioni sono fatte per essere sbagliate».
Nessuno infatti poteva, almeno fra i comuni mortali, anticipare la devastante crisi energetica che ha travolto l’Europa con una guerra folle non lontana dal suo cuore. Essendoci calati del tutto nell’atmosfera ecologica, quindi, ed avendo dimostrato più volte di voler chiudere il dossier automotive pulita nel 2035, era scontato che nulla sarebbe più stato come prima. Ciò non è sufficiente ad evitare che, di fronte ad alcuni numeri, si salti sulla sedia. Ci sono, freschi freschi, i dati di immatricolazione in Europa (quella dell’auto comprende, oltre all’UE, anche UK ed Efta) nel mese di settembre raccolti ed elaborati dagli specialisti di JATO Dynamics. La classifica di vendita, non per costruttori, ma per modelli, trasmette il panorama attuale del mercato automotive, non solo in Italia bensì sul tutto il continente.
Il primo elemento che salta all’occhio è che le vendite totali, seppur in leggera ripresa nei mesi estivi rispetto allo stesso periodo del 2021, sono in calo di oltre il 30% su base annua se confrontate con l’era prima della pandemia (2019), una linea diventata un muro invalicabile. L’arrivo del virus è conciso con l’accelerazione della nuova mobilità che, per affermarsi, doveva ridurre i volumi e transare a prezzi più elevati. Poi sono arrivati la poco chiara carenza di semiconduttori e il conflitto in Ucraina ad assestare il colpo finale. Per verificare che la frittata si è completamente rovesciata basta guardare chi guida la graduatoria delle consegne “assolute”, cioè di qualsiasi tipo di auto, sia termica che elettrica. Una prima sorpresa è che la mobilità a emissioni zero, non è più affatto di nicchia, ma in pochi anni è diventata emergente.
Svetta infatti la Tesla Y, un modello di un marchio che poco più di cinque anni fa era sconosciuto da questa parte dell’Atlantico. Il secondo fatto che fa riflettere non poco è il distacco con cui il Suv americano si è “affermato”: oltre il 50% in più della seconda vettura immatricolata, la piccola Peugeot 208 (peraltro anche elettrica), 29.367 unità (+227%) rispetto alle 19.601 esemplari della francesina. Un modello che prima del grande cambiamento era fra i più gettonati del Continente. Ora è tutto diverso e sembra incredibile che in così poco tempo il quasi mezzo miliardo di persone abitanti in Europa possa aver cambiato radicalmente i loro gusti. La nuova regina ha una serie di caratteristiche finora sconosciute ai prodotti popolari.
È prodotta da un brand non europeo, per la prima volta è uno sport utility, appartiene all’esclusiva categoria premium e, soprattutto, si può avere a un prezzo doppio se non triplo rispetto alle principesse di poco tempo fa. Non c’è che dire, il terremoto scatenato dal rispetto ambientale è proprio epocale. Non si può non essere d’accordo con chi dice che nei periodi di crisi le fasce di popolazione più alte risentano della pressione meno delle altre. Ma non può bastare, altrimenti in altre occasioni le più vendute sarebbero diventate le ammiraglie o i prodotti di élite, ribaltone che invece non si è mai verificato.
La nuova star si è fatta strada per altri motivi, gli stessi che stanno spingendo tutto il Nord Europa verso veicoli completamente elettrici e che presto coinvolgeranno anche altri costruttori non nativi a batteria. La casa californiana, guidata da un visionario come Elon Musk, non ha introdotto solo i motori silenziosi, ma ha pure stravolto tutti i parametri della precedente mobilità, introducendo principi che sembrano essere apprezzati dai consumatori del terzo millennio ormai abituati ad acquistare su Amazon. La vettura può benissimo essere comprata su internet, specialmente se il brand ispira fiducia.
Consegnata direttamente a casa. E non richiedere tutta l’assistenza che le vecchie vetture a motore a scoppio pretendono con un risparmio sui costi di gestione rilevante. La Casa ha inoltre introdotto in tutto il mondo una moltitudine di colonnine riservate che fanno parte di un ecosistema chiuso, ma molto funzionale. I clienti Tesla hanno meno ansia di ricarica degli altri e pagano l’energia ad un prezzo trasparente. Un po’ lo schema di Apple.