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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La Ferrari SF-75 di Charles Leclerc

Ferrari all'assalto di Imola imbraccia la "doppietta": tutti pazzi per Leclerc

di Giorgio Ursicino

Torna l’atmosfera del “dream team”, le truppe ferrariste sono in marcia verso Imola. La Rossa viene da un’astinenza da Mondiale che ha coronato i tre lustri. Durante questo lungo periodo, pur se il GP di San Marino era finito fuori del calendario, la Scuderia si è tolta diverse soddisfazioni davanti ai propri tifosi nel “tempio della velocità” di Monza. Come non ricordare i trionfi di Alonso nel 2010 e quello del giovane “predestinato” nel 2019 prima dei due anni di pandemia in cui la Ferrari non si è mai arrampicata sul gradino più alto del podio. In entrambe le occasioni, però, finì male, soprattutto la prima quando le spagnolo fu scavalcato da Vettel nella tappa finale di Abu Dhabi. Quest’anno il profumo è diverso. Sembra tornata l’epoca di quell’orchestra dei sogni guidata da Todt, plasmata da Brawn e che aveva come solista Schumacher.

Un’equipe capace di vincere 5 titoli Piloti e 6 Costruttori consecutivi, un bottino secondo solo a quello della Mercedes ibrida (i Mondiali di fila sono 15 e non 11). Ecco, il clima che si respira è questo ed è inutile fare i “frenatori”. Il Cavallino vive un momento magico e il pubblico lo ha intuito: già sabato, quando si disputerà la prima “Qualifying Race” del 2022, Mattia Binotto, pur sapendo che la F1 è una lotteria, prima del via non firmerà per qualcosa di meno di una doppietta. Il potenziale c’è tutto, il risultato ad un tiro di schioppo da Maranello è d’obbligo. Ad Imola, in realtà, la Scuderia era abituata a farla da padrone. Nel 2006, l’ultima gara prima della lungo esilio, vinse ancora Michael in quella che sarebbe stata la sua ultima stagione in rosso. Per Schumi fu il sesto trionfo in Ferrari all’Enzo e Dino Ferrari, il settimo in assoluto. Charles ha tutto il carisma per ripetere quello show.

Un talento cristallino, una sicurezza al limite della strafottenza che solo i più grandi sanno esternare: oltre al tedesco, Senna, Hamilton e, forse Verstappen. Quando Leclerc si trova fra le mani una monoposto perfetta, diventa un’arma infallibile, nulla gli fa paura. Con i biglietti sulle colline del Santerno ormai quasi tutti venduti, la nazionale dei motori si presenta nel cuore della Motor Valley in questo stato di forma. Il principino ormai è lanciato, ha la F1-75 perfettamente in pugno dopo un amore a prima vista. Un po’ più complessa la situazione per Carlos che deve confrontarsi con un compagno così infallibile dopo averlo messo dietro in classifica la scorso anno. La spiegazione è semplice, la dà il monegasco: «Sì, devo ammetterlo, quando lotto per la vittoria sono più a mio agio...».

Saniz, non c’è dubbio, sa quello che fa ed ha fiutato la montagna alta da scalare e da venerdì non potrà più sbagliare se non vuole il ruolo di scudiero del compagno. I punti di distacco sono già parecchi e, visto come è finita l’anno scorso, non è proprio il caso di lasciare punti per strada. Ma è ancora presto per fare sacrifici, a meno che non avrà Charles alla spalle. Carlos, al netto degli inconvenienti avuti a Melbourne, sa benissimo come stanno le cose: deve spingere per trovare quel feeling che ancora non ha con la F1-75, ma senza superare il limite per non incappare in errore. La Ferrari va così bene che Binotto e i suoi ragazzi ci penseranno prima di introdurre sviluppi di rilevo. Gli avversari sono più o meno nella stessa situazione, anche se per motivi opposti.

Succede spesso così quando bisogna inseguire. Alla Red Bull non sono tanto preoccupati del gap visto dalla Ferrari in Australia, il cazzotto nello stomaco è arrivato dall’affidabilità: negli ultimi decenni non ha mai vinto un Mondiale chi si è fermato per guasti le prime due corse su tre. Ancora differente il quadro in Mercedes, l’armata invincibile dell’ultimo decennio. Allison ed Elliot, su ordine di Wolff, devono capire bene dove sono i veri problemi prima di risolverli altrimenti si rischia di finire in confusione e perdere definitivamente la direzione. Intanto le bravura dei piloti e l’affidabilità aiutano, ma certo non bastano contro la coppia perfetta: senza la safety car, il distacco delle Frecce sarebbe stato di un minuto, roba che negli anni scorsi era della Ferrari.

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Martedì 19 Aprile 2022 - Ultimo aggiornamento: 20-04-2022 16:50 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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