I vecchi autobus Iveco a combustione erano spariti dall’Italia. Ora tornano quelli ecologici della nuova mobilità collettiva. L’ottima notizia proviene dal Mise dove la multinazionale, recentemente scorporata da CNH ma sempre controllata da Exor, ha presentato una richiesta per accedere ai programmi di sviluppo previsti dal Pnrr. L’apprezzamento è stato unanime, da tutte le parti politiche, e il Ministro interessato Giancarlo Giorgetti ha commentato: «Iveco è bentornata. Speriamo che sia solo la prima di tante». L’obiettivo dell’azienda è di avviare investimenti sulla parte produttiva e sulle attività di ricerca che contribuiscono a rilanciare anche la filiera della componentistica considerata un’eccellenza nel nostro paese.
Il nuovo scenario è reso possibile dalla transizione energetica che richiede programmi all’avanguardia per cavalcare le nuove tecnologie. Gli impianti coinvolti sono di Torino e Foggia, un tempo già protagonisti nella produzione di autobus, fabbriche che ora assemblano i motori a combustione destinati ad uscire di scena. Gli stabilimenti piemontesi dovrebbero occuparsi della realizzazione delle batterie per i veicoli “zero emission”, mentre quelli pugliesi si concentreranno sull’ingegnerizzazione e la realizzazione dei mezzi per il trasporto persone che il Pnrr prevede che siano “verdi”. Oltre ai propulsori elettrici ci saranno attività per le fuel cell ad idrogeno e per i carburanti alternativi.