In Italia il parco circolante delle auto è di 39.720.000 euro con un'età media di 12,5 anni secondo l'ACI. Il mercato auto, per quanto in ripresa, non riesce ad invertire questa tendenza anche per il marcato aumento del prezzo delle vetture.

In Italia spesi 45 miliardi per l’automobile nel 2023 e ognuna è costata in media oltre 28mila euro

di Nicola Desiderio
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Gli italiani hanno speso 45 miliardi di euro per acquistare le proprie automobili nel corso del 2023 appena trascorso, somma che, ponderata con le 1.590.610 unità immatricolate (+20%), indica un valore di acquisto medio di oltre 28mila euro. Lo dicono i primi dati forniti dal centro studi Fleet&Mobility che dal 2006 compie un’analisi del mercato a valore e non secondo i volumi.

In attesa di vedere la ricerca completa relativa al 2023 con tutti i dettagli – lo scorso anno fu pubblicata all’inizio del mese di luglio – si può dire che il valore dell’intero mercato ha raggiunto il massimo storico superando i 44,9 miliardi rilevati nel 2007 quando però le immatricolazioni raggiunsero quasi 2,5 milioni di automobili e il prezzo medio unitario era intorno a 18mila euro. Anche allora c’erano gli incentivi statali che invece nel 2023 non hanno funzionato: sui 575 milioni messi a disposizione solo 278 milioni sono stati utilizzati, ovvero meno della metà.

L’altro dato saliente è il valore singolo della vettura che si mantiene ancora oltre i 28mila euro confermando sostanzialmente il valore record di 28.133 euro dello scorso anno. Facendo i conti della serva – ovvero dividendo il monte speso per le unità immatricolate – si ottengono anzi 28.300 euro, dunque un aumento dello 0,6%, davvero marginale e ben diverso da quelli riscontrati nel triennio 2019-2022 dove l’aumento tendenziale è stato del 10,3% con un accelerazione continua: +6,9% nel 2020, +8,4% nel 2021 e addirittura +15,7% nel 2022. Un confronto puntuale dei numeri sarà comunque possibile quando saranno disponibili tutti i dati per marchi, canale di vendita e alimentazione che danno da sempre uno spaccato interessante di come si sta muovendo un mercato.

Quest’ultimo, con la pandemia da Covid-19, la crisi dei superconduttori e quella delle materie prime dovuta al conflitto in Ucraina, ha cambiato completamente i propri riferimenti puntando ai profitti invece che ai volumi e allineandosi sostanzialmente agli altri business dove i margini contano più delle unità vendute. Ovviamente, questo va a vantaggio delle case, che fanno utili, e a discapito del consumatore, che si trova a spendere molto di più di quanto era abituato a fare, anche perché sono sempre di meno i modelli di piccole dimensioni e a basso costo offerti.

Questo ed altri fenomeni stanno spingendo sempre i consumatori a procrastinare la sostituzione dell’auto e a rivolgersi maggiormente al mercato dell’usato come mostrato dai dati. Nel primo caso, l’ACI segnala che l’età media del parco circolante sta aumentando costantemente e si è passati progressivamente dagli 8,1 anni del 2010 ai 12,5 anni del 2023. Nel secondo caso, i dati dell’Unrae riportano un aumento dell’11,7% fino al mese di ottobre oltre al fatto che le emissioni medie di CO2 addirittura salgono (119,5 g/km, +0,7%).

Le nuovi alimentazioni ancora stentano: l’ibrido è al 36,2%, ma le ibride “vere” ovvero quelle che sono in grado di marciare part-time in elettrico, sono il 10%; l’ibrido plug-in è al 4,4% ed è addirittura in calo dal 5,1% dello scorso anno pur avendo aumentato leggermente in volume (70.188 unità contro 67.951); infine l’elettrico è al 4,2% contro il 3,7% del 2022. È la foto di un mercato bloccato da un meccanismo perverso che gli impedisce di fare passi avanti, neppure con gli incentivi statali. Si spera che i nuovi, nettamente più generosi, e l’arrivo di nuovi modelli più interessanti ed accessibili, possano dare un impulso in quantità e qualità.

Di sicuro i piazzali dei concessionari – alcuni dei quali diventano agenzie e hanno meno vicnoli formali verso i distributori e i costruttori – sono di nuovo pieni, le statistiche segnalano un netto aumento delle autoimmatricolazioni e già da mesi sono ripartite le campagne commerciali e di comunicazione. Ma è difficile ipotizzare un ritorno al passato a favore dei consumatori perché il mercato e l’industria dell’automobile hanno già cambiato pelle, come sostiene Pier Luigi del Viscovo, del Centro Studi Fleet&Mobility.

«Gli italiani non avevano mai dato tanti soldi per avere in cambio delle macchine. Ma è un mercato molto diverso da quelli degli ultimi anni. Se prima era un mercato “popolare” che cercava di dare a chiunque un’auto nuova, anche sottocosto pur di far girare le fabbriche, adesso l’industria guarda ai margini e acquistare un’auto nuova non è per tutti. Chi lo fa la tiene più a lungo, ma sono sempre di più quelli che guardano all’usato. Alla luce di questo nuovo posizionamento del prodotto voluto dalle Case, guardare ai volumi e vagheggiare che possano tornare ai livelli pre-Covid non ha alcun senso: quando i prezzi salgono i volumi calano, è una legge nota in economia».

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Sabato 6 Gennaio 2024 - Ultimo aggiornamento: 08-01-2024 10:08 | © RIPRODUZIONE RISERVATA