Michael Schumacher e Jean Todt ai tempi in cui dominavano in Formula 1 con la Ferrari

Jean Todt: «Schumacher non mi manca ma non è il Michael di prima, la sua vita è diversa ma condivido momenti con lui»

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«Michael è qui, quindi non mi manca. Non è il Michael di prima. È diverso ed è magnificamente guidato da sua moglie e dai suoi figli che lo proteggono. La sua vita è diversa e ho il privilegio di poter condividere momenti con lui». Lo dice in un’intervista a L’Equipe l’ex responsabile della scuderia Ferrari ed ex presidente della Fia Jean Todt, uno dei più cari amici del campione tedesco di Formula 1 che dieci anni fa subì un grave trauma in un incidente sugli sci in Francia. «Questo è tutto quello che c’è da dire - prosegue Todt -. Purtroppo il destino lo ha colpito e non è più il Michael che abbiamo conosciuto». Il francese è uno dei pochi a fare visita con regolarità all’amico e alla sua famiglia nella residenza di Gland, in Svizzera, ma nel corso degli anni non si è fatto sfuggire nulla sulle sue condizioni, rispettando la richiesta di privacy, ma spiegando di aver seguito insieme con lui anche vari Gp alla televisione.

Il loro rapporto cominciò nel 1996, anno in cui il tedesco venne ingaggiato dalla Ferrari dopo i due titoli iridati conquistati in Benetton. A Maranello trovò il manager francese e dopo i mondiali sfiorati nella seconda metà degli anni ‘90, il terzo millennio si aprì con l’affermazione di Schumacher, che interruppe un digiuno di vittorie ferrariste nel campionato del mondo presente dal 1979. Gli altri quattro sigilli, ottenuti consecutivamente dal 2001 al 2004, non fecero altro che incrementare il feeling tra i due maggiori protagonisti di quel periodo. In tutta la sua permanenza a Maranello, interrottasi nel 2006 con il suo primo ritiro dalle competizioni, Schumacher vinse 72 GP, oltre a cogliere 58 pole, 53 giri veloci e ben 116 podi, in un totale di 180 GP disputati. 

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Lunedì 18 Dicembre 2023 - Ultimo aggiornamento: 20-12-2023 10:01 | © RIPRODUZIONE RISERVATA