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MISANO ADRIATICO - «Ieri mi sono sentito quasi come un passeggero a bordo dell'auto», taglia corto Alex Zanardi, che questa sera a 51 anni debutta nel Dtm, il campionato turismo tedesco con una Bmw M4. Le prime libere non gli hanno riservato grandi soddisfazioni: ha chiuso a quasi 2,7 secondi dal più veloce, James Green (Audi), che però è l'ultimo della classifica generale del campionato. «Così non si creano false aspettative – sorride il pilota che per la prima volta gareggia senza protesi – Perché magari c'è qualcuno che pensa io possa correre per vincere, ma è illogico». Zanardi spiega che la macchina soffriva di sovrasterzo, condizione per lui, che deve fare tutto con le mani, è ancora più difficile da gestire.
«Abbiamo dovuto provare un drive through ed un pit stop – spiega – e quindi sono entrato in pista cinque minuti dopo gli altri. La prima metà della sessione l'ho trascorsa a controllare gli specchietti: ero a disagio, lo ammetto. Così quando ho preso confidenza con la pista, buio compreso, le gomme erano già un po' usurate». Zanardi non si perdona niente: «Sono stato il migliore in partenza con la frizione centrifuga – sorride – che però è l'unica cosa che non ho fatto io». «Questa è una missione suicida che mi attira sempre di più, anche se dovessi arrivare ultimo», dice ancora.
Poi inizia a correggere il tiro condividendo riflessioni che non tutti i piloti renderebbero pubbliche. Ricorda di come dopo essere rientrato dal mondiale di paraciclismo gli abbiano rammentato che era una notizia il fatto che non avesse conquistato alcun oro: «Diciamo che non vorrei cominciare a fare notizia perché non vinco – scherza – Anche perché, siamo sinceri, io sono qui a dire che è una nuova sfida, che proviamo la macchina e tutto il resto, ma non sarei quello che sono se non avessi certe ambizioni. Insomma: se dico che va tutto bene, non è vero niente».
È vero che l'obiettivo è la 24h di Daytona, ma è anche vero che Alex Zanardi farebbe fatica a digerire di arrivare ultimo.
«Oggi le secondo libere si svolgeranno con la luce – osserva – cosa che sarà utile a tutti. Ma a me di più, perché non sono più un ventenne. Dovrei avere maggiori margini di miglioramento rispetto agli altri». Il pilota italiano è al centro dell'interesse mediatico a Misano e sui social. Sembra instancabile: «Non avrebbe senso essere qui se non avessi una grande passione per questo mondo – ammette – ma sono un uomo fortunato. Perché ogni giorno mi vengono offerte opportunità diverse». A pochi metri da lui Sebastian Meyer, l'ingegnere tedesco di 33 anni che dal 2007 lavora con lui, spiega le modifiche della Bmw M4 da 4.0 litri, 500 cavalli e, almeno a Misano, da 230 km/h di velocità massima. Meyer spiega anche un'altra cosa: «Da Alex ho imparato l'approccio alla vita. E l'ottimismo».
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