È morto, nella sua città natale Bologna, Piero Evangelisti, storico e apprezzato giornalista dell’automobile. Aveva 69 anni, tutti vissuti ascoltando fin dall’infanzia il rombo dei motori. Era infatti figlio del mai dimenticato Athos Evangelisti (classe 1923) inviato della Gazzetta dello Sport, grande esperto di Formula 1 e giurato del nascente premio Car of the Year. Piero gioca e cresce fra pacchi di fotografie dei campioni della Formula 1 degli Anni ‘60, tra cartelle stampa e perfino mucchi delle lettere che Enzo Ferrari era solito inviare - come era sua abitudine con il giornalisti della F1, non sempre con toni benevoli - al padre Athos. L’ingresso professionale di Piero Evangelisti avviene ‘dietro le quintè collaborando come consulente per Autogerma, al tempo importatore e distributore delle Volkswagen per l’Italia. Una fase formativa, che lo avvicina allo stile ‘asciuttò della comunicazione aziendale di un grand marchio tedesco e che poi si ritroverà - arricchito dalla sua grande cultura - nella produzione giornalistica.
Evangelisti prosegue nella sua crescita professionale diventando responsabile dell’ufficio stampa di Volvo Italia, a Bologna e in questo periodo mette a frutto l’esperienza maturata nel back office all’Autogerma ma anche agli ottimi rapporti con i giornalisti del settore, molti dei quali già incontrati in quanto colleghi del padre. Negli Anni ‘90 Piero Evangelisti passa a lavorare, con grande successo, dall’altra parte della barricata, quella cioè del giornalismo specializzato. Viene chiamato a collaborare con Il Giornale (sua ‘vetrinà fino a pochi giorni prima della scomparsa) e con altre importanti realtà del settore come il mensile Auto e le attività del Centro Studi Promotor. Di lui scrive Beppe Tassi, già direttore di Qs fascicolo sportivo de il Resto del Carlino, Nazione e Giorno. «Nel mondo dei giornalisti dell’ auto Piero Evangelisti era un personaggio speciale. A ogni viaggio di lavoro portava con sé un libro». «Amava i gialli e le ricostruzioni storiche. Era colto, enciclopedico, di cultura vivace e versatile. Con lui potevi parlare di tutto con la certezza che il suo contributo alla discussione avrebbe offerto nuovi elementi di riflessione, tasselli preziosi, punti di vista originali»