Se sia un nuovo caso di Fleximan, il primo in Umbria e l’ennesimo a livello nazionale, non è possibile ancora dirlo ma di certo è stato abbattuto non fortuitamente l’autovelox installato lungo la Flaminia nella zona di Spoleto. Cosa sia successo e chi ne sia responsabile dovranno stabilirlo gli accertamenti della polizia locale. Il nuovo caso di danneggiamento di un rilevatore di velocità sulla strada si aggiunge a quelli già registrati in varie zone del Paese. È infatti proprio di oggi la notizia che un autovelox recentemente installato dal Comune di Palmi lungo la statale 18 è stato dato alle fiamme. Il sindaco Giuseppe Ranuccio ha definito il gesto «brutale e incivile». «L’incendio - ha sottolineato ancora - non fermerà il progetto sulla sicurezza stradale». A Spoleto l’autovelox era stato posizionato in un punto considerato delicato per il traffico. Lì infatti la Flaminia si restringe, passando da quattro a due corsie, e i limite di velocità è di 90 chilometri orari.
L’apparecchiatura è stata installata da circa due mesi ed era attiva per quattro-sei ore al giorno (scelte da un algoritmo che rendeva praticamente impossibile conoscere gli orari di accensione). In un punto conosciuto a Spoleto perché teatro di diversi incidenti e per uno svincolo di immissione del traffico locale. La struttura di alluminio che sostiene il dispositivo è stata tagliata alla base. Per il sindaco Andrea Sisti «sono atti vandalici che vanno contro l’interesse della collettività e che non devono essere emulati». «Perché - ha aggiunto - rischiamo di assistere a danneggiamenti a beni pubblici di qualsiasi genere. È stato un caso che la struttura non sia finita in mezzo alla carreggiata: diversamente avrebbe potuto causare danni ben più gravi». Danneggiamenti diventati ormai noti sui social come azioni in stile Fleximan ma che ovviamente sono oggetto di indagini della magistratura. Sono stati così indentificati e denunciati in Puglia i due giovani presunti responsabili del danneggiamento di un photored (che fotografa le auto che passano col rosso al semaforo) installato a Ruffano in località Monaci, sulla statale 476 che conduce a Santa Maria di Leuca.
In Veneto invece sono stati abbattuti con un trattore almeno cinque cartelli stradali che indicavano il limite di velocità a 30 chilometri all’ora, piazzati da poco meno di un giorno a Cappella Maggiore, in provincia di Treviso. Almeno tre gli episodi di autovelox colpiti nel ravennate. L’ultimo alla fine di gennaio sulla circonvallazione di Faenza, in direzione Forlì. Un altro autovelox è stato abbattuto in Veneto a Santo Stefano di Cadore (Belluno), lungo la stessa strada dove il 6 luglio un’auto guidata una cittadina tedesca travolse una famiglia veneziana uccidendo tre persone, tra cui un bimbo di due anni. Il secondo caso in provincia di Belluno, sedicesimo in Veneto. I danneggiamenti hanno interessato anche lo spezzino dopo quelli di Vezzano Ligure e Bolano.