Sei milioni di euro, ossia il massimo di copertura della polizza assicurativa: è la richiesta di risarcimento della famiglia di Nicky Hayden, il pilota statunitense deceduto il 22 maggio 2017 all'ospedale Bufalini di Cesena. Morì in seguito ad un incidente stradale, avvenuto cinque giorni prima, a Misano Adriatico, mentre era in bici.
La richiesta di risarcimento dei familiari del campione di Superbike è pervenuta ai legali Pierluigi Autunno e Francesco Pisciotti, avvocati del 31enne di Morciano che guidava l'auto contro la quale si scontrò il pilota, ad un incrocio. La richiesta di sei milioni, cifra totale per la quale l'automobilista era assicurato (oltre la quale avrebbe dovuto pagare di tasca propria), comprenderebbe, secondo la nota della famiglia del pilota, anche le spese per il rimpatrio della salma e un monumento da edificare negli Usa in memoria di Hayden, morto a 36 anni.
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Da una parte, quindi, c'è la richiesta di risarcimento che la famiglia, solo nel caso in cui l'assicurazione dell'automobilista dovesse respingerla, dovrà far valere in una eventuale causa civile; dall'altra il processo penale per omicidio stradale a carico del 31enne che inizierà il 10 ottobre in Tribunale a Rimini. Il giorno prima, invece, il prossimo 9 settembre, durante la MotoGp di Misano, sarà inaugurata una stele in memoria di Hayden nel luogo dell'impatto, tra via Tovoleto e Cà Raffaeli. Il giudizio sarà celebrato con rito abbreviato. Un processo dunque 'allo stato degli attì, in cui fondamentali sono le tre consulenze tecniche già depositate: quella della Procura, quella dei difensori e quella della famiglia Hayden, appunto, che non sarà presente in giudizio, avendo rinunciato a parteciparvi vista la scelta dell'indagato di rito abbreviato. Non prendendo parte al processo penale si eviterà che la sentenza penale possa costituire una pregiudiziale in sede civile. Nel caso, cioè, di un'assoluzione dell'automobilista tale sentenza non varrà in una causa per il risarcimento del danno.
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