Quelli che stiamo vivendo sono anni di profondo cambiamento. Il mondo è in continua evoluzione e, con esso, anche il settore industriale, tra i più soggetti alle trasformazioni e agli eventi che incidono sull’economia globale. Pandemia, crisi dei microchip, guerre e problemi di approvvigionamento sono solamente una parte degli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi anni. La filiera dell’industria è tra le più vulnerabili e con essa anche la parte inerente il trasporto, sia per le materie prime che per la consegna dei prodotti finiti. Proprio il trasporto su gomma, già destabilizzato nel 2015 dal Dieselgate, pur risollevandosi con molta difficoltà ha subito ulteriori scossoni nel corso degli ultimi anni.
Inoltre, con il diesel che gioca ancora un ruolo fondamentale nel settore, la tanto temuta deadline del 2035, con lo stop della produzione di veicoli a motore termico, sta generando numerosi timori nel comparto, il quale è chiamato a una complessa transizione verso una mobilità sempre più sostenibile. I dati, riguardanti le immatricolazioni dei veicoli commerciali dell’ultimo anno, sono però confortanti e fanno da cartina tornasole a un settore, quello industriale, che sta vivendo una timida, seppur costante, ripresa. Considerando le cifre rilasciate dall’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), il 2023 è stato un anno più che positivo per il settore segnando un totale di 172.587 immatricolazioni, dato che non si registrava da prima della pandemia, esattamente nel 2019 con 175.796 unità immatricolate.
Se le vendite dei veicoli commerciali hanno segnato un aumento in tutta Europa, è stata proprio l’Italia a fare da traino registrando un notevole aumento. Infatti, dal 2022 allo scorso anno, le immatricolazioni sono aumentate addirittura del 21,1%. Inoltre, stando ai dati del primo quadrimestre del 2024, il trend sembra ancora in salita viste le immatricolazioni di 64.991 veicoli commerciali, vale a dire più di due terzi dell’intera cifra raggiunta lo scorso anno. Entrando più nello specifico si può individuare l’andamento, degli ultimi 5 anni, in merito alle motorizzazioni scelte nell’acquisito dei veicoli commerciali. A farla da padrona è ancora il diesel che lo scorso anno ha registrato un aumento del 29,9% rispetto al 2022 per un totale di 148.863 unità immatricolate. Trend che viene confermato anche nei primi quattro mesi del 2024 con 57.646 veicoli diesel immatricolati, pari all’88,7% della quota di mercato. In generale il diesel ha registrato variazioni minime negli ultimi anni, con punto più basso il 2022 a 80,4%.
I veicoli commerciali diesel fanno la parte del leone anche per quanto riguarda il noleggio, sia a breve che a lungo termine, per la maggior economicità e praticità. In quanto l’utente privato, che decide affittare un furgone per alcuni giorni, difficilmente è avvezzo all’uso di un mezzo elettrico. Nettamente più staccate le altre motorizzazioni, a partire dal benzina che ha subito un calo passando dalle 7.293 unità immatricolate nel 2022, anno che ha segnato il picco per tale alimentazione, alle 6.476 del 2023. Non è andata meglio neppure all’inizio del nuovo anno con 2.185 unità immatricolate, pari al 3,4% della quota totale di mercato. A non convincere è il metano crollato dalle 6.288 unità immatricolate nel 2019 alle 1.849 unità dello scorso anno, equivalenti ad appena lo 0,2% di quota totale del mercato.
Dopo un’iniziale crescita, nel biennio 2019-2020, il GPL si è stabilizzato negli anni fino ad arrivare alle 4.145 unità immatricolate nel 2023. Se l’ibrido plug-in non ha mai realmente convinto, il Full Hybrid (HEV) ha invece subito una forte impennata. Considerata una tecnologia nuova nel 2019, con 1.256 veicoli immatricolati, negli anni il Full Hybrid ha subito una crescita fino ad arrivare a 10.652 unità immatricolate nel 2022, salvo subire una leggera flessione lo scorso anno. A farsi spazio è anche l’elettrico, soluzione ideale per l’ultimo miglio o per muoversi nei centri storici e nelle ZTL delle città. Basti pensare che i veicoli commerciali elettrici hanno subito un incremento di immatricolazioni pari al 416,7% negli ultimi 5 anni, passando dalle 1.133 unità nel 2019 alle 5.854 unità immatricolate nello scorso anno, sintomo del continuo e costante progresso della tecnologia. L’obiettivo, a prescindere se il mezzo sia diesel, ibrido o elettrico, resta quello di svecchiare il più possibile il parco circolante al fine di ridurre l’inquinamento dell’aria delle nostre città.