
Flotte aziendali, mobilità elettrica ancora marginale: domina sempre il diesel

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ROMA - Le flotte aziendali italiane continuano a preferire modelli con motorizzazione tradizionale e il diesel resta quella preferita, con il 90% di presenza nei parchi veicoli. La soluzione elettrica costituisce ancora una nicchia, ma comincia a mostrare ampie potenzialità di sviluppo grazie all’incremento dell’autonomia delle batterie. È quanto risulta dalla ricerca “Le flotte aziendali verso una svolta elettrica.. ancora lontana”, promossa da Top Thousand - l’osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende con il patrocinio di Cei Cives - e che ha preso in considerazione un campione composto da 60 grandi aziende con oltre 52.000 veicoli complessivi.
Nonostante i numerosi investimenti sui veicoli elettrici e le presentazioni di modelli sensibilmente migliorati nell’autonomia, l’elettrico in Italia resta un business di nicchia (1.287 veicoli immatricolati nei primi 9 mesi del 2016), in cui le flotte aziendali, e il noleggio in particolare (692 veicoli nello stesso periodo) rivestono comunque un ruolo da protagonista in quanto costituiscono il 54% del totale. Quello delle flotte - viene sottolineato nello studio - è un enorme bacino potenziale per le vetture elettriche, in quanto in media il 45% dei veicoli delle aziende intervistate percorre meno di 100 km al giorno, mentre il 55% ne percorre tra i 100 e i 200 km, cioè entro l’autonomia media dei più recenti EV. Per il momento, sottolineano gli esperti di Top Thousand, il diesel continua a detenere il 90% delle flotte, ma sono evidenti segni di crescita graduale delle motorizzazioni alternative che - riducendo le emissioni di CO2 - rappresentano il 9% dei parchi auto aziendali, con il metano al 4,5%, il GPL al 3,5%. Il continuo turnover dei veicoli aziendali (quelli a noleggio vengono sostituiti mediamente ogni 48 mesi) e la conseguente immissione in flotta di nuovi modelli ha prodotto negli ultimi anni un netto calo delle emissioni di CO2, che oggi toccano in media 120 g/km e restano in costante flessione. Il diesel si conferma l’alimentazione «regina» delle flotte con l’88% del totale. Il dato interessante riguarda però la pur graduale crescita delle motorizzazioni alternative che in totale rappresentano il 9% dei parchi auto aziendali, con il metano al 4,5%, il GPL al 3,5%, ibride ed elettriche ferme all’1%.
La ricerca si è anche soffermata sulla propensione e sugli incentivi delle aziende all’inserimento in flotta di veicoli elettrici, partendo dall’analisi della disponibilità di un’area in cui ricoverare i EV in flotta, requisito importante per favorire la ricarica: purtroppo solo il 4,2% dei veicoli viene ricoverato aree chiuse messe a disposizione dall’azienda. Altro elemento, non secondario, indagato è la presenza di incentivi aziendali all’uso dei veicoli elettrici: in questi ambito resta ancora molta strada da percorrere, se solo il 5% delle aziende dichiara di aver già varato incentivi (non solo economici), il 13% ci sta lavorando e il restante 82% non prevede politiche di sostegno. Le principali ragioni della “diffidenza” nei confronti dell’elettrico restano la limitata autonomia (indicata dal 43% degli utenti) e sulla rete di alimentazione distribuita a macchia di leopardo sul territorio (lo segnala il 25%) e sui tempi di ricarica ancora non ottimali (10%). Ma le perplessità riguardano anche il rapporto costi/benefici: i prezzi di questi veicoli sono alti, così come i canoni di noleggio (11%), senza contare che chi predilige una vettura elettrica si confronta con una ridotta gamma di modelli/versioni con optional limitati rispetto alla scelta diesel/benzina.