Il gran premio più combattuto della stagione prosegue dopo la bandiera a scacchi. Quando ad Austin il sole rovente era già sceso sotto la linea del tramonto, ed in Italia stava albeggiando il giorno dopo, i delegati FIA hanno finito le loro verifiche, consegnando i report ai commissari di gara. Misure alla mano, è stato necessario estromettere due protagonisti. Il risorto Hamilton, cui il nuovo fondo della Mercedes ha rimesso le ali, facendo vedere i sorci verdi pure a Verstappen, e il poleman Leclerc sulla sua rossa Ferrari. Il motivo della squalifica che ha cancellato Lewis e Charles dalla classifica della corrida texana è esattamente lo stesso: il pattino nella parte più bassa della vettura, quello che sfiora l’asfalto provocando scintille a raffica, era troppo consumato e, quindi, la due astronavi hanno viaggiato troppo incollate al terreno cosa vietata dal regolamento.
La tavola in questione è spessa un centimetro ed è ammessa una tolleranza di un millimetro che è stata superata di pochissimo. Quel tanto che basta per far scattare la punizione. I due team non sono sembrati sorpresi, quasi s’aspettassero. In questo finale di stagione, infatti, le squadre che stanno esaurendo gli sviluppi spingono al massimo sugli assetti. Un po’ perché c’è poco da perdere, essendo i bersagli grossi già tutti assegnati. Un po’ perché si sperimentano soluzioni audaci che potranno tornare utili per le monoposto 2024. Come se non bastasse, negli States c’erano altre due variabili che complicavano l’equazione. Il tracciato pieno di gobbe che certamente non aiuta il lavoro della sospensioni e la Sprint di sabato che toglie quasi tutto il tempo ai test, costringendo gli ingegneri a fare un salto nel buio.
Messo tutto insieme la miscela è diventata esplosiva, fortunato e bravo chi è riuscito a portare ai box il pattino salvo. Forse la Red Bull aveva alzato l’assetto più degli altri e per questo motivo è stata meno performante del solito. Mercedes e Ferrari, alla caccia disperata di un primo posto, potrebbero aver osato al massimo per cercare il colpo a sorpresa ben sapendo il rischi da correre. I rappresentanti delle due squadre sono stati ascoltati ed hanno difeso la totale buona fede: «Con la corsa Sprint le sollecitazioni del fondo aumentano e diminuisce il tempo per capire qual’è l’altezza ottimale...». Le vetture verificate sono state quattro, pure quelle di Verstappen e Norris risultate regolari. Nel paddock girava la voce che, se fossero state controllate tutte, la classifica finale sarebbe stata simile alla Q3, con una sola decina di vetture in graduatoria. Sainz sale sul podio, Leclerc riparte dal Texas con 0 in pagella.