LA SPEZIA - Al Salone di Cannes in programma dal 6 all’11 settembre il Made in Italy dello yachting reciterà un ruolo da protagonista. E una delle stelle che daranno lustro alla rassegna della Croisette sarà di certo l’SP110 di Sanlorenzo, primo esemplare della nuova linea Smart Performance del cantiere guidato da Massimo Perotti: uno yacht alla cui realizzazione hanno collaborato alcuni tra i migliori esponenti della scuola italiana di design nautico: Arnaboldi per lo scafo, Zuccon per gli esterni, Lissoni per gli interni, Antonelli per lo sviluppo prodotto.
Lunga 33 metri, larga 8, la nuova imbarcazione - vale la pena dirlo subito – rappresenta un’autentica svolta per Sanlorenzo, che fa il suo ingresso nel mondo degli open coupé con un’attenzione particolare alla sostenibilità. Una proposta all’avanguardia che apre un nuovo capitolo nel settore dello yachting poiché capace di unire ottime prestazioni ad una sensibilità green che mostri la ricerca sullo sviluppo di tecnologie a basso impatto ambientale.
“Tutto lo scafo e la coperta sono realizzati in sandwich ibrido di carbonio e materiali compositi - spiega Marco Arnaboldi -. L’obiettivo – aggiunge - era di contenere al massimo i pesi, senza ovviamente pregiudicare la resistenza e la durata della struttura. Si fa tanto parlare di sostenibilità e risparmio di carburante: con i nuovi materiali, sapendoli lavorare a regola d’arte, la leggerezza ottenuta contribuisce a diminuire drasticamente la produzione di CO2 al miglio, argomento ormai all’ordine del giorno”.
Una volta definiti materiali e disegno della carena, è stato deciso, per la propulsione, di puntare sull’idrogetto. “Rappresenta un vantaggio rispetto alla propulsione a elica – viene spiegato- perché meno sensibile alle variazioni di peso dell’imbarcazione e quindi più versatile”. Più in dettaglio, il cantiere ha anticipato che la propulsione è affidata a tre motori sensibilmente più piccoli di quelli tradizionali e che la barca è in grado di spostarsi utilizzando un solo motore, una coppia o tutti e tre, permettendo quindi una grande flessibilità, consumi ridotti ed una diversa autonomia in funzione della velocità desiderata.
Delle linee esterne, come detto, si è occupato lo studio Zuccon, che si è sforzato di creare nuovi stilemi fortemente identitari della nuova gamma, pur mantenendo continuità con la tradizione di Sanlorenzo. Le forme inedite, le loro proporzioni, le linee aerodinamiche così come la livrea che si discosta dai colori più tradizionali del cantiere, rimandano al carattere fortemente emozionale di questa imbarcazione.
“L’SP110 prova a mettere in discussione alcuni canoni che caratterizzano le barche performanti a cui siamo abituati” ha spiegato Bernardo Zuccon, aggiungendo che “rispettando stilemi che hanno storicamente caratterizzato questa tipologia di imbarcazioni, come le superfici aerodinamiche ed estremamente organiche, con Tilli Antonelli siamo arrivati a un compromesso: concepire una barca in cui fosse evidente il dialogo tra dinamismo e una vivibilità che normalmente non si percepisce su barche di questa metratura”.
Ulteriore elemento fondamentale attorno al quale si è sviluppato il progetto è, come detto, la sostenibilità. E vale la pena sottolineare, dunque, che al di là delle scelte fatte per la motorizzazione con propulsione a idrogetto e per la scelta dei materiali, la barca è dotata di un sistema di recupero d’energia che utilizza pannelli solari monocristallini ad alta efficienza da 6kW affiancati da un pacchetto di batterie al litio che permettono di mantenere per alcune ore le funzioni di hotellerie senza l’uso dei gruppi elettrogeni. Il design della tuga, inoltre, è stato appositamente studiato per l’applicazione di pannelli solari, in modo da ricavare la più ampia superficie utilizzabile senza compromettere il profilo dell’imbarcazione, che si sviluppa su due ponti, con un layout inedito costituito da superfici ampie e fruibili in molteplici modi.
Gli spazi interni, come detto, sono stati curati da Piero Lissoni, e sono articolati in modo da favorire e semplificare sia la convivialità sia la privacy. I volumi interni risultano decisamente inaspettati, con spazi generosi sia nelle cabine della zona notte che nelle aree private. Per gli arredi, Lissoni ha privilegiato un minimalismo che abbraccia perfettamente la filosofia del progetto generale di SP110. La sfida è stata quella di mantenere un’estetica elegante e raffinata senza eccedere nei dettagli e mantenendo le finiture il più possibile essenziali. Lo stesso approccio all’uso di materiali alleggeriti è stato applicato anche nell’allestimento degli interni, in particolare nei bagni, dove al posto del marmo è stata impiegata una pietra lavica che risulta più leggera e visivamente più energica.
Un discorso a parte merita il pozzetto, autentico punto focale della vivibilità della barca, in grado di assicurare il meglio sia in materia di rapporto con il mare, sia con gli interni: la posizione ribassata avvicina gli ospiti all’acqua, mentre il collegamento al salone principale senza soluzione di continuità attraverso un’ampia vetrata completamente apribile non ha eguali su imbarcazioni di questa tipologia. Sotto la pavimentazione, poi, è possibile collocare un tender che scompare completamente alla vista consentendo una fruizione totale degli spazi fino al livello del mare.
Finora non sono stati forniti dettagli sulle prestazioni, sui consumi e sui prezzi. Ma è presumibile che le informazioni complete vengano fornite dal cantiere a Cannes, dove l’SP110 rappresenterà, assieme alla navetta semidislocante SD90/s, una delle novità più interessanti del Salone.