NAPOLI - Quando si parla di yacht e superyacht il pensiero corre allo stile, al lusso e all’eleganza di questi autentici gioielli del mare. Altri elementi di curiosità sono le motorizzazioni e le prestazioni, magari con una sensibilità maggiore, negli ultimi tempi, verso il tema del controllo delle emissioni e della sostenibilità ambientale. Ma c’è qualcos’altro di cui tener conto. Qualcosa che non si vede, ma “si sente”. E’ la capacità dell’imbarcazione di stabilizzarsi, di rimanere ferma nella posizione d’ancoraggio, immune dalle turbolenze provocate da onde provocate dal passaggio di altre barche, da correnti o da fenomeni atmosferici. Insomma, qualcosa legato alla ricerca del massimo comfort e della massima sicurezza.
Questo “lavoro oscuro” ma prezioso viene svolto dagli stabilizzatori, complessi sistemi montati sotto la chiglia capaci di contrastare il rollio dell’imbarcazione. Una delle aziende leader del settore è l’italiana CMC Marine, attiva dal 2005, con sede centrale in Toscana, ma cresciuta rapidamente, fino ad aprire uffici anche in Inghilterra e in America.
Forte del proprio ruolo di spicco nel settore, CMC ha messo la propria esperienza a disposizione dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e di altre università europee, per organizzare un corso riservato agli studenti di ingegneria navale dedicato proprio al tema della stabilizzazione e tenuta del mare dei grandi yacht.
Inserito nel programma Erasmus BIP (Blended Intensive Program) e coordinato da Erminia Bergovic, il corso ha coinvolto 25 studenti, ai quali sono state dedicate 9 lezioni, conclusesi con la presentazione di 4 progetti completi realizzati dai giovani ingegneri ed esposti durante l’ultima lezione presso la sede di CMC Marine a Cascina (Pisa).
“È stato incredibile vedere come i giovani ingegneri stiano crescendo e abbiano eccellenti capacità tecniche – ha detto Veronica Festa, direttore vendite di CMC Marine -. Ed è stato affascinante – ha aggiunto - vedere tutto il loro entusiasmo nel lavorare su progetti reali, con le persone del dipartimento tecnico e di ricerca e sviluppo di CMC Marine. Il BIP ha permesso loro di capire che c’è un mondo reale con cui confrontarsi dietro la scrivania”.