Dr, la casa molisana punta sul gruppo. L’azienda aggiunge altri due marchi: Sportequipe e l’inglese Tiger
Dr, la casa molisana punta sul gruppo. L’azienda aggiunge altri due marchi: Sportequipe e l’inglese Tiger
DR al Salone Auto Torino con 12 anteprime dei 5 brand: Evo, DR, Tiger, Sportequipe e ICH-X
Dopo DR e EVO, il DR Automotive Groupe si prepara a introdurre il marchio Sportequipe dei quali fanno già parte la 5, la 6, la 7 e la K2 e ha come propria ammiraglia la Sportequipe 8, un SUV 7 posti lungo 4,7 metri derivato dalla Chery Tiggo 8 Pro e dotata di un sistema irido plug-in capace di erogare 317 cv e 545 Nm con prestazioni di rilievo (201 km/h, 0-100 km/h in 6,9 secondi) ed emissioni di CO2 pari a 22 g/km.
Un bel salto di prestazioni, ma anche di posizionamento. Parliamo infatti di un mezzo che costa 50mila euro con 100 di resto, ma che punta ad offrire anche un livello di personalizzazione inatteso per un costruttore che ha puntato prevalentemente sul prezzo. La Sportequipe infatti si potrà avere anche nell’allestimento Exclusive Edition che, per 5.000 euro, permette al cliente di avere un pacchetto composto da rivestimenti in pelle Medici e Alcantara cucite a mano e da una pellicolatura per la carrozzeria scegliendo il colore a campione. Il tutto realizzato dalla maestranze che lavorano a Macchia d’Isernia e che rappresentano evidentemente un valore aggiunto di una realtà industriale che entro la fine dell’anno punta a vendere 35mila unità con i tre marchi DR Motor, EVO e Sportequipe crescendo di un ulteriore 40% rispetto al 2022 e superando il 2% di quota del mercato italiano.
Senza contare i risultati che stanno già arrivando dalla Spagna mentre in Italia sta partendo la rete di vendita Sportequipe, formata al momento da 30 concessionari e che è evidentemente destinata a crescere già dai prossimi mesi con l’ulteriore potenziamento della gamma. Dopo la Sportequipe 8 è prevista infatti una versione tri-fuel GPL, ovvero un ibrido plug-in capace di andare anche a GPL oltre che a benzina e ad elettroni portando l’autonomia complessiva da 1.000 a 1.300 km. Le altre novità riguardano la Sportequipe 6 che, oltre alle versioni a benzina e GPL con motore 1.5 e cambio CVT, ne avrà un’altra da 200 cv con motore ad iniezione diretta e un’altra ancora con lo stesso sistema ibrido plug-in della “8”. Il sistema è composto da un 1.5 turbo da 146 cv e da due motori elettrici inseriti all’interno di una trasmissione bimodale che ha soli 3 rapporti “veri”. Gli altri sono creati dall’interazione con i motogeneratori.
Quello da 70 kW e 160 Nm è coassiale all’albero motore e può essere disaccoppiato da quest’ultimo attraverso una frizione di innesto in modo da poter spingere la Sportequipe 8 a emissioni zero insieme all’altro da 55 W e 155 Nm che è sistemato invece dal lato opposto della trasmissione. Il sistema può anche funzionare da ibrido in serie facendo in modo che il 4 cilindri si avvii senza essere collegato alle ruote, unicamente per sostenere la batteria e per estendere l’autonomia in elettrico. La batteria è sistemata sotto il pavimento, è raffreddata a liquido, è composta da celle CATL e ha una capacità di 19,3 kWh, abbastanza per percorrere 80 km a emissioni zero che crescono a 99 sui percorsi urbani. Il caricatore di bordo è da 6,6 kWh a corrente alternata. Il sistema funziona in ibrido o con il solo 4 cilindri quando lo stato di ricarica scende sotto il livello minimo e in parallelo con tutti e tre i motori quando sono richieste le massime prestazioni.
La Sportequipe, oltre ad un sistema propulsivo raffinato ed efficiente, mette sul piatto una dotazione davvero interessante: tetto panoramico, sistema di sblocco keyless System, sistema di visione perimetrica a 360° con parking assistant, ricarica wireless per lo smartphone, sistema audio surround della Sony, climatizzazione bizona con purificatore dell’aria N95, ruote con cerchi in lega da 20” e un pacchetto di sicurezza di livello. Tra i dispositivi di assistenza alla guida: cruise control adattivo, allerta collisione anteriore e posteriore con frenata d’emergenza e rilevamento pedoni, assistenza al mantenimento e al cambio di corsia, allerta angoli ciechi, fari a led a commutazione automatica antiabbagliamento e l’allarme apertura porte in caso di presenza di ostacoli di lato alla vettura. L’abitacolo è ampio, così come l’angolo di apertura delle porte, mentre il bagagliaio, dotato di portellone elettrico, ha una capacità minima di 250 litri che passano a 800 litri viaggiando in 5 e a 1.500 litri abbattendo anche la seconda fila di sedili.
La Sportequipe ha sedili ampi e comodi (gli anteriori a regolazione elettrica con quello a destro provvisto di comandi supplementari a portata di mano anche degli altri passeggeri) con poggiatesta provvisti di ali e un posto guida con un volante (riscaldabile) piuttosto inclinato. Di fronte ci sono due display da 13” allineati, uno per la strumentazione un altro per il sistema infotelematico dotato di Apple Carplay wireless e Android Auto che invece necessita del cavo. Più in basso ve n’è uno sfioramento da 8” per la climatizzazione e per la ricarica ci sono due prese USB e la piastra a induzione. La plancia è bicolore con inserti in color metallo e la cura costruttiva è discreta, con qualche comprensibile economia ed ingenuità. Sul tunnel, in nero piano lucido, i comandi per cambiare la modalità di funzionamento del sistema ibrido (EV o HEV), per selezionare la modalità di guida (Normale e Sport), il pulsante di avviamento e la leva del cambio che, spostata verso sinistra, permette di selezionare tra tre livelli di recupero dell’energia ai quali corrispondono tre intensità di decelerazione.
La Sportequipe 8 parte sempre in elettrico ed è silenziosa e comoda fino a quando non le si chiedono un po’ delle sue prestazioni oppure si superano i 100-110 m/h e si cominciano ad avvertire qualche fruscio nonostante i cristalli anteriori stratificati. Ad andature da statale e da città invece si apprezzano il buon lavoro delle sospensioni e il comportamento sincero, anche da parte di sterzo e freni, del tutto consono ad un’auto da famiglia. La trasmissione fa sentire pochissimi cambi di marcia – e questo è un pregio – e non fa capire molto al guidatore quello che stava facendo, in compenso assicura sempre una risposta lineare tra pressione sull’acceleratore e progressione del motore. Sarà davvero interessante vedere come si comporta la versione tri-fuel che, se fosse confermato lo stesso differenziale esistente per gli altri modelli, dovrebbe costare 2mila euro in più. Per ora la Sportequipe è proposta in un solo allestimento a 49.900 euro ai quali si possono aggiungere i 5mila della Exclusive Edition.