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YANBU – Tutto è pronto al Sea Camp, il bivacco sulla sponda saudita del mar Rosso nei pressi di Yanbu, per la partenza della 45° Dakar, la quarta che si corre interamente in territorio arabo. Giovedì si sono concluse le verifiche tecniche sui veicoli impegnati (la maggior parte dei quali sono arrivati via mare dal sud della Francia), incluse quelle che hanno riguardato alcuni dei favoriti. Gli organizzatori dell'Aso, il sodalizio francese che detiene i diritti della competizione, parlano di una carovana attorno alle 3.000 persone fra equipaggi, meccanici e addetti di supporto e alla sicurezza.
Sabato è in programma il prologo di 11 chilometri, i primi di un'avventura lunga quasi 8.600 (di cui 4.706 a cronometro, quelli che valgono per la classifica) che si concluderà dopo 14 tappe e un giorno di riposo, il 9, a Riad, il 15 gennaio a Damman, la metropoli che si affaccia sul golfo Persico. Tra moto, auto, truck, quad e le altri classi, è annunciata la partecipazione di 365 veicoli, parte dei quali (89) iscritti alla variante Classic, la gara più corta riservata ai modelli d'epoca di macchine e camion.
Vincere la Dakar (o anche solo una tappa) significa entrare nella storia del motorsport, perché la prova è il rally raid più duro al mondo. Inevitabilmente, però, le gare più attese sono quelle che vedono impegnati i piloti di moto e auto. Quella a due ruote è una sfida soprattutto per Ktm, che ha dominato dal 2001 in poi, ma che si è vista sfilare da Honda i successi del 2020 e del 2021, e che vuole tornare a vincere come team ufficiale visto che la scorsa edizione si è imposto Sam Sunderland, ma con la squadra GasGas. Il britannico è fra i favoriti assieme agli altri ex vincitori Toby Price, Ricky Brabec, Kevin Benavides e Matthias Walkner assieme a Adrien Van Beveren e a Pablo Quintanilla. Tre le donne al via (su 125 partenti).
La scuderia Toyota Gazoo Racing è in gara per difendere il titolo (anche mondiale di specialità del W2rc) conquistato lo scorso gennaio con Nasser Al-Attiyah al volante del pick-up da competizione Gr Dkr Hilux. La spedizione è completata dagli equipaggi guidati dai sudafricani Giniel de Villiers e di Henk Lategan. Dopo il debutto con la Rs Q e-tron nell'edizione 2022, con il buggy a trazione integrale e elettrica ad autonomia estesa in versione E2 Audi punta apertamente al podio. Dal punto di vista ambientale lo ha già conquistato visto che anche il carburante del range extender è sostenibile. Per provare a vincere, la casa dei Quattro Anelli schiera Stéphane Peterhansel (14 successi), Carlos Sainz (3) e Mattias Ekström. Un altro grande pretendente al titolo è Sébastien Loeb che parte di nuovo con l'Hunter T1 della ProDrive impiegato dalla Bahrain Raid Extreme: per il “cannibale”, che alla Dakar ha già collezionato 16 vittorie di tappa e due secondi posti assoluti, si tratta della settima partecipazione. La stessa Brx schiera anche Orlando Terranova, mentre il il medesimo veicolo verrà guidato da Guerlain Chicherit, il transalpino che si è imposto nell'ultimo Rally del Marocco, e dal lituano Vaidotas Zala. Anche Mini prova a dire la sua con la nuova John Cooper Works alimentata a biodiesel preparata dall'X-Raid e affidata al polacco Jakub Przygonski e all'argentino Sebastian Halpern.
L'assenza forzata della Kamaz e dei suoi fortissimi equipaggi russi (18 affermazioni dal 2000 in poi, inclusi gli ultimi sei successi consecutivi) renderà di nuovo avvincente la prova dei truck, classe nella quale l'ultimo successo sfuggito al costruttore del Tatarstan era andato a Gerard De Rooy con l'Iveco nel 2016. Fra gli aspiranti più accreditati alla vittoria finale ci sono l'olandese Janus Van Kasteren e il ceco Aleš Loprais. Il più giovane partecipante alla Dakar è il il17enne polacco Eryc Goczal, che sarà al volante di un Can-Am Maverick schierato dall'Energylandia Rally Team nella classe T4 Ssv, categoria nella quale sono impegnati anche il padre Marek e il più quotato zio Michal.