Il recente EPrix di Tokyo

Parigi, Shanghai, New York: come conquistare le città con un EPrix

di Nicola Desiderio
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Si fa presto a dire E-Prix. Ci vogliono infatti 18 mesi per l’iter che porta all’omologazione di un nuovo tracciato idoneo ad ospitare una gara da inserire nel calendario del campionato del mondo di Formula E. Un lavoro che coinvolge FIA (la Federazione Internazionale dell’Automobile), Formula E, i promotori locali e le rispettive autorità sportive nazionali che, nel caso dell’Italia, è l’ACI. E non è un lavoro facile visto che la Formula E nasce con l’obiettivo di portare il messaggio della mobilità elettrica proprio nel suo terreno d’elezione, ovvero i grandi centri urbani, e per questo si disputa prevalentemente su tracciati ricavati all’interno delle città, con effetti spettacolari per il pubblico, ma con tutte le criticità che ne conseguono in termini di organizzazione e di sicurezza.

Per questo, una gara motoristica per le strade di Parigi, Pechino, New York, Londra, Berlino, Shanghai, Seoul, Hong Kong, Città del Capo, San Paolo. Monte Carlo o della stessa Roma è sicuramente coinvolgente e incomparabile dal punto di vista scenografico, ma è alquanto complessa da organizzare secondo gli inderogabili standard previsti della FIA. Il primo passo è la nomina di un progettista di pista e, una volta individuati posizione e tracciato, segue uno studio di fattibilità in base ai regolamenti FIA, agli interventi necessari e alla presenza delle strutture principali. Nove mesi prima dell’evento, l’autorità nazionale presenta richiesta formale di omologazione al Dipartimento della Sicurezza della FIA che nomina un ispettore per integrare e completare il progetto. A quattro mesi, la FIA Circuit Commission si reca sul posto per approvare il disegno del tracciato e verificare dove posizionare box, centro medico e centro di controllo della gara. Una volta definito il piano di sicurezza, stabilendo il numero dei commissari e addetti al recupero, a un mese e mezzo dalla data viene svolta una simulazione di gara per calcolarne la durata e il consumo di energia. Tale test virtuale può eventualmente portare ad alcune modifiche quali, ad esempio, lo spostamento dei punti di corda in modo da facilitare il recupero dell’energia in frenata. Un mese prima, il tracciato viene sottoposto ai team affinché possano provarlo al simulatore e fornire le loro osservazioni.

L’allestimento della pista inizia due settimane prima della gara e il giovedì precedente il direttore di gara della FIA, il pilota della safety car, il delegato sportivo e alla sicurezza elettronica, lo staff della Formula E e altre figure percorrono a piedi l’intero circuito. Il giorno dopo Scot Elkins, ispettore del circuito FIA nonché direttore di gara di Formula E, conferma che la pista è conforme al progetto approvato e rilascia la licenza. Qualche mese dopo la fine della gara, una commissione formata da rappresentati della FIA, della Formula E e tre piloti si riuniscono per discutere delle criticità eventualmente riscontrate e delle modifiche necessarie. Si tratta dunque di un processo lungo e articolato, per il quale occorrono coordinamento e cooperazione tra tutte le parti, tuttavia necessario per assicurare lo svolgimento dell’E-Prix in piena sicurezza. Ovviamente diventa tutto più facile se si corre su impianti permanenti come il “Marco Simoncelli” di Misano, opzione che, con monoposto che vanno sempre più forte, appare sempre più obbligata, con il rischio però di perdere parte dell’essenza e della spettacolarità della Formula E.

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Sabato 13 Aprile 2024 - Ultimo aggiornamento: 20-04-2024 09:24 | © RIPRODUZIONE RISERVATA