• condividi il post
MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Frederic Vasseur, team principal della Ferrari

Ferrari, il sogno Mondiale si sbiadisce. Bisogna recuperare in fretta su Aston Martin e Mercedes

di Giorgio Ursicino

Lo sport è così. Uno vince e gli altri perdono. Il secondo è il primo degli sconfitti. A volte, quando si incontrano i fenomeni, non c’è neanche battaglia: i fuoriclasse passeggiano, agli altri non resta che piangere. Quest’anno la F1 è così. Almeno a detta dei rivali. Mettendo insieme gli scenari di Charles Leclerc e Toto Wolff, cambiano le parole, ma non i fatti: «La Red Bull è di un altro pianeta, potrebbe vincere tutte le gare...». Insomma, la superiorità della vettura inventata da Adrian Newey è così disarmante che superMax sembra aver già fatto il “triplete”. Lasciando al fido compagno Perez il titolo di vice, attualmente nelle mani del principino. Ed ecco le dolenti note che riguardano la nazionale Rossa. Che poi è anche la Scuderia più gloriosa del pianeta, l’unica che partecipa al Mondiale da quando è nato, nel 1950.

Il Cavallino ha tifosi appassionati e sinceri a tutte le latitudini, in ogni continente. Dopo un biennio imbarazzante, finito senza vittorie e addirittura nel 2021 nella seconda colonna della classica, la scorsa stagione la strada intrapresa appariva quella giusta: partenza bruciante della stagione, auto più veloce in qualifica, diversi primi posti, secondo posto nel Mondiale, sia Piloti che Costruttori. A parte la staffetta del team principal, in quanto Binotto “ha deciso di lasciare”, gli ingredienti c’erano tutti per sperare che il 2023 potesse essere la volta buona e la corona tornare a Maranello dopo un digiuno di 16 anni, il secondo più lungo nella storia del team dopo quello interrotto da Schumacher (21 anni).

Non era il fumantino Charles a gettare benzina sul fuoco, ma due personaggi esperti e super professionali: da una parte Frédéric Vasseur, il nuovo TP, d’altra Benedetto Vigna, il ceo dell’azienda. «La Ferrari parte sempre per vincere, la SF-23 è un bel passo in avanti». Se lo pensavano loro, come possono avere dubbi i tifosi? Invece, dopo due gare, il sogno è già svanito. Ora bisogna ripartire con molta umiltà ed individuare in fretta i motivi di tanto disagio per non trasformare l’annata in un disastro. Fred, venendo via da Jeddah, è stato chiaro: «Dobbiamo lavorare, i tecnici mi devono dire come una vettura da pole possa naufragare sulla distanza...». È certamente vero che la Rossa, come il 2022, va più forte in prova che in gara, ma quell’indiavolato di Charles in qualifica è stato sempre dietro al buon Perez che certo sul giro secco un fulmine non è mai stato.

Tutt’altra cosa è l’olandese che però ha imparato da Hamilton a tenersi buona parte del margine in saccoccia. Insomma, mezzo secondo in Q3 può benissimo diventare un secondo sul ritmo di gara dove le Pirelli sono chiamate ad un altro lavoro e l’equilibrio complessivo è fondamentale. Per non confondersi è meglio non guardare la RB e cercare di rimettersi velocemente alle spalle l’Aston Martin e la Mercedes, questo appare un “atto dovuto”. A Jeddah Fernando, a parità di coperture e con strada libera tutti e due davanti, ha rifilato 25 secondi alla prima delle SF-23, quella di Carlos. Quasi un secondo al giro, decisamente troppo per essere vero. Anche il giovanotto Russell con la Mercedes che vogliono rottamare ha staccato Sainz di circa mezzo secondo al giro (10 secondi in poco più di venti giri).

  • condividi l'articolo
Mercoledì 22 Marzo 2023 - Ultimo aggiornamento: 24-03-2023 12:38 | © RIPRODUZIONE RISERVATA